Le paure

Come si fa a trasformare in scrittura le paure? Come si fa a usarle e ad inserirle nella giusta misura, perché siano descritte correttamente al fine di trasferire sul lettore quella specie di colla umidiccia, o se vogliamo di gelo che scende piano dalla gola e va nei polmoni, per arrivare giù, fino alla base della spina dorsale e che fa saltare in aria quando parte il frigorifero col suo rumore improvviso?

Beh per esempio scrivendo mentre si ascolta musica. Possibile? Un assaggio ce lo danno i nostri amici Metallica con la loro Enter Sandman, o se si preferiscono gli Iron Maiden con The Wicker Man

Enter Sandman
The Wicker Man

Qui si tratta della narrazione in musica di paure ancestrali che ci vengono da dentro, da quella sensazione di buio di terrore che inizia al di là della abat-jour nella cameretta, o dell’ancor più spaventoso bambolotto con luce dentro, che ti sorride ebete.

Ma non voglio parlare né del film né dei due brani, no di quelli trovate tutto su internet e su wikipedia, o su altri blog… Quello di cui voglio parlare è la paura, di come la si descrive, senza cadere anche qua in vaccate cosmiche! Senza la scena di lui\lei che scendono le scale della solita cantina, scalzi, in vestaglia quando va bene, con in mano una candela, con la casa costruita sopra il cimitero indiano e? Puff appare il gatto! No ecchéppalle! Ma ti schiacciasse il 30 che c’ha pure il rimorchio gattaccio!
E quindi come si rende la paura? Mah, forse c’è riuscito nell’Esorcita (il libro) l’amico Blatty? Qui si fa leva sulla propria religiosità, su quel misto di idee che se esiste il Bene con la B maiuscola, esisterà il Male con la M maiuscola, ma c’è di più, c’è l’attesa, c’è la stanchezza dei due preti, c’è la porta chiusa dove la bambina riposa prigioniera di un’entità che la possiede, la disperazione della madre. Questo è un modo.
Un’altro è rendere partecipe il lettore di altre paure, la vita che finisce, i cari che potremmo non rivedere, il dolore, il sangue! E anche qui ad esagerare e vanificare tutto ci vuole poco, ci vuole misura, altrimenti è splatter che è un’altra roba. Che vi devo dire d’altro? Ditemi le vostre paure, le userò contro di voi! AHAHAHAHA !
Ok scherzo.

Note: Consiglio il mitico The Wicker Man il film del ’73, tratto dal romanzo Ritual che temo sia solo in inglese o al più spagnolo.

Ah, si ok io ci ho provato ovviamente non sono all’altezza dei signori su descritti e ovviamente ho usato tutto, il buio oltre il letto, il gatto e l’uomo nero, perché in fondo inventare di nuovo la ruota è inutile no? PS questa è pubblicità di bassa lega.

BUIO NERO SHHH

68 pensieri riguardo “Le paure

    1. A me riesce solo fisicamente, specie la mattina!!!! 🙂 Quell’effetto: “marò che s’è svegliato un morto!?”
      Tuttavia cerco sempre di fare piccoli passi anche con lo scritto. Non sempre felici. Si pezzone notevole.

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      1. Beh la miglior compagnia è quella dei non umani, su questo hai ragione e sui Goblin, non c’è molto da aggiungere… Anche se l’origine di tutto, perfino della colonna sonora di Halloween è l’insospettabile Mike Oldfield con la sua innociente Tubular Bells e dell’idea (non sua) di usarla per l’Esorcista.

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  1. Sono una semplici8a senza macchie e senza paure!
    Ovvero mi fermo al pathos dei racconti, di certe rappresentazioni ( l ‘Urlo di Munch mi realizzerebbe a vederlo dal ‘vivo ‘!
    Da piccola avevo paura che sotto il letto ci fosse una sorta di inferno pronto a inghiottirmi.
    Non ho paure, oggi, trascendentali ho paura nel quotidiano :per mio figlio quando è in moto ma, ho scoperto recentemente, che ho paura di trovarmi vis ~à~ vis con un ladro!
    Sherachediresoliqualchebrividino

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      1. ..comunque immagino non sia quella bella sensazione di allegria, trovare uno sconosciuto in casa di notte. Ecco anche questa come renderla, come emozione intendo? Mah

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  2. Adesso ecco, per dirti, ma io dormo con il lenzuolo (a meno che non facciano 40 gradi all’ombra) che quello protegge da tutti i mali, come se un ladro entrando in casa potesse pensare guardandomi -ah quella c’ha il lenzuolo, lasciamola sta’-. E poi non ho mai visto altri horror al di fuori di The Others con Nicole Kidman, che mi è piaciuto molto ed è l’unico film del genere con cui sono mai riuscita a familiarizzare. Non so ma la paura non mi diverte. La paura è paura. Ci si può confrontare a piccole dosi e soltanto quando un po’ t’affascina e vuoi capire da dove arriva e scoprirne tutti i perché. Ecco magari un modo per rendere la paura è renderla affascinante, accattivante, deve accarezzare una parte della mente e respingere quell’altra. Così che sei combattuto e poi alla fine cedi perché la curiosità ha la meglio.
    Inoltre penso che bisogna conoscere le persone per poterne scrivere, quando dici “ditemi le vostre paure” non è tanto sbagliato, serve pure un’ispirazione, un’idea…

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  3. Che figo stò post!!!
    Dai se ti dico di cosa ho paura ci scrivi una storia (che a te piace scrivere e far trattenere il fiato)?
    Vediamo…vediamo…..non mi viene in mente niente…
    Bho! una paura vera e propria non ce l’ho, urlo al momento :-D, secondo come sono emotivamente….Allora scrivi qualcosa e vediamo che combino.

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  4. Le paure esistono eccome, bastava descrivere le proprie e avresti reso l’idea perfettamente di che cosa è la paura….i film i racconti sì sono fantasie però…io ti potrei fare un curriculum delle mie paure. Cmq hai affrontato un argomento molto interessante. Buona giornata un sorriso

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