Anche gli dei…

FulmineOcchio che ‘sto post è lungo

Vorrete mica fare un fantasy senza e dico senza un pantheon come si deve? No vero? Voglio ben dire! Mi lasciate indietro tutte quelle divinità che derivano dall’osservazione della natura oppure quelle più legate alla filosofia e al pensiero di cosa sia la vita?  No giusto?! Ecco. Beh, per puro divertimento e, astraendomi dal concetto di divinità e di divino, ho analizzato l’argomento per inserirlo in un contesto puramente letterario, così facendo mi sono permesso di descrivere alcuni esempi.

La prima scelta da fare è, a parer mio, se si vuole un pantheon bilanciato o sbilanciato, spiego meglio: bilanciato vuol dire che c’è una o ci sono più divinità benigne e una o più divinità maligne, con eguali poteri; sbilanciato invece che c’è un creatore del tutto e che questi ha creato anche delle divinità o entità ulteriori tra cui ce ne sono di maligne, oppure che gli si sono rivoltate contro per presunzione per rivalsa o per indole. Guardate che questa è una scelta importante!

Ogni buon racconto o storia fantasy, memoria alla mano*, ha un’interazione forte con:

1 – l’origine dell’eroe o coprotagonista

Qui ci sono varie possibilità da analizzare: il personaggio potrebbe essere il figlio mortale di qualche divinità che, mischiatasi con sangue umano, ha generato un ibrido questi, pur mantenendo la mortalità, ha dalla sua il lignaggio divino, la qual cosa gli dà grandi poteri e ovviamente tutta una serie di paturnie da affrontare, come ad esempio un fratello votato al male e comunque nemici di pari schiatta, meglio se a nugoli.

Il mischiamento di sangue potrebbe essere causa esso stesso di sotto trame se, per esempio, la divinità (solitamente maschile) ha violato la verginità di una mortale contro la sua volontà o con l’inganno.

Ancora una divinità apparsa sotto spoglie umane, si è voluta congiungere con un o una mortale, incantata dai pregi del mortale in questione, magari per regnare accanto a lui in un meraviglioso bosco.

Se tutto questo non bastasse, si potrebbe lavorare sulla tipologia della divinità che si è mischiata con sangue mortale, ovvero se siamo in presenza di una divinità del bene oppure del male. Per quanto riguarda il male potrebbero valere le stesse possibilità su descritte, da seguire in modo lineare e cioè cotanto padre o cotanta madre e quindi cotanto figlio o figlia, ma che ne pensate invece di una prole degenere? Cioè che cambia il proprio obiettivo e persegue qualcosa di contrario rispetto alle sue origini? Rinnegando cioè il genitore divino!

Va’ che roba vero? Viene fuori qualcosa di tosto. 😀 Immagino già il turbamento interiore.

Sempre parlando dell’eroe e/o dei suoi amici  e nemici, si potrebbe anche non scegliere per il sangue divino ma piuttosto un legame diretto divinità/poteri. Lo so che così fa un pochetto gioco di ruolo fantasy, però in fondo… Anche questo è un aspetto da… Fantasy! Immaginate un paladino di questo o quel dio o una maga per dirne due.

2 – l’origine del male

Se all’inizio si è scelto di bilanciare bene e male, diciamo che si è quasi svantaggiati, la storia si complica perché il male, una volta messo di fianco al bene, non lo ostacola o non necessariamente lo ostacola, bensì lo bilancia e quindi viene quasi meno il confronto puro bene-male… Allora come si fa? Mah, per esempio dando ad una o all’altra parte un vantaggio tra gli umani, per esempio un regnante o un potente mago dedito al male e basta che persegue i suoi scopi, cioè un tiranno da abbattere. Un gran nemico fa sempre bene alla storia, voglio dire! Questo tipo di scelta è molto difficile ma certo, se si ha il fegato, sa regalare grandi soddisfazioni!

Se all’inizio si è scelto lo sbilanciato, evvabbé qui si viaggia sul velluto! Un potente figlio crudele della divinità principale, che si rinnega e distrugge quanto costituito dal genitore, che crea le sue schiere di accoliti e che cerca di sovvertire tutto… Magari tentando di violare un qualche vincolo, un albero che blocca il passaggio dagli inferi a mo’ di sigillo, oppure di uscire dalla sua prigione (metti che due ere prime ce l’avevano incarcerato) e con un po’ di anime da soggiogare promettendo grandi richezze e vita eterna… Ecco qui, con questi presupposti, vedete è più facile!

Attenzione: il male deve essere male, ma non scemo! Conquistare un pianeta, perfino un’era geologica intesa come continuum di tempo e spazio va bene, anche con lo scopo di distruggerlo e basta perché è divertente e fa soffrire, ma bisogna ricordarsi che il tutto sia interessante! Ci son storie dove il male totale globale già potrebbe distruggere tutto ma ha bisogno di conquistare tutto! Perché non è già tutto tuo? C’hai paura delle tasse sulla seconda era geologica? Fallo subito oppure dichiara e/o fai capire che non viene fatto subito perché si preferisce dare sofferenze ai mortali o piegarli alla volontà maligna o irretirli! Insomma dare una giustificazione decente!

3 – l’intervento degli dei

Gli dei intervengono? E se sì, come? Anche qui ci sono varie opzioni tutte valide a mio avviso, ma con molte bucce di banana se non si sta attenti, non ultima proprio con l’intervento degli avatar cioè con delle loro incarnazioni in un corpo fisico; per la serie: vengo lì e vi gonfio di schiaffi! Se così è… Perché non bilanciare anche qui? Ovvero: è scesa la divinità X schierata col male? Questo dà l’opportunità alla divinità Y di generare un suo avatar per bilanciare oppure non so: attivare un paio di suoi marmocchi da contrapporgli!

Non intervengono se non sporadicamente con dei prodigi? Per esempio: la freccia che centra il bersaglio perché guidata da mano divina, la nebbia che cade al momento giusto, il vento che libera le navi dalla bonaccia; sono sempre situazioni ad effetto! Io personalmente le adoro.

4 – questione di morte

La morte è sempre stata nella mia idea di divinità fantasy, una sorta di jolly o più precisamente lo zero della roulette, non vince né il rosso né il nero, ma tra pari e dispari, c’è sempre lo zero! Lei si fa i fatti suoi, perché serve e basta! Che sia personificata o meno, è paradossalmente un “personaggio” divertente, non un buffone, ma un personaggio divertente. Matte risate, direte voi.

Ma potrebbe essere una qualche divinità “normale” o semplicemente uno stato di passaggio e quindi non rappresentare un’entità bensì, appunto, una condizione da cui magari far ritornare di tanto in tanto qualcuno.

E i poteri?

Ah questo è un argomento a parte che andrebbe trattato con un post separato (è una minaccia). Che poteri dare alle varie divinità? Questo può sbilanciare tutto il racconto perché se le divinità possono intervenire tipo col telecomando quando pare a loro, vuol dire che osservano ogni cosa minuto per minuto; ecchessò abbonati alla serie? Occhio quindi a non esagerare. Anche se esagerare è bello!

Oppure possono restare a farsi i fatti propri indicando ora la via ora il loro volere con qualche esempio da seguire, con qualche segno, regalando una spada o due, un anello magari, che infonda forza e grinta a volontà o che muti qualche caratteristica di chi lo indossa…

Discorso a parte per i figli degli dei o i loro adepti ed emissari: molto belli? Affascinanti affabulatori? Con i poteri tipo forza smodata? Il fulmine? Gli incantesimi? Vedete quanto si potrebbe continuare? Anni. Ma anni anni anni!

Concludendo

In conclusione quindi che cosa dire: le divinità a saperle usare sono utili alla trama e fanno parte del bagaglio fantasy… Sono anche divertenti e se ben costituite, danno una caratterizzazione al perché tutto esiste, l’importante è saperlo fare! O no? Beh come sempre.


*questo modo di dire l’ho inventato ora, se passa alla storia, ricordatevelo: l’avete letto qui e se non son stato io il primo pazienza, voi dite che ero io.


Ma ora un po’ di riferimenti su alcune interpretazioni delle divinità clickate pure sui tasti (se vorrete)

CROM!!! Il tuono! L’emissaria**WebComic

**Questo non so perché ce l’ho messo come link, ad un certo punto l’ho visto ed ho dimenticato… Boh!

E ricordate che troppi tuono è come nessun tuoni! Ricordatelo sempre! Sennò ‘stiddei ci scassano … le trame!

51 pensieri riguardo “Anche gli dei…

  1. Mi citi quasi Asimov con questo titolo!
    Secondo me è interessante fare una storia sbilanciata con il male che deve aumentare di peso per ribilanciare il tutto e la storia quindi viene raccontata o dal punto di vista del male che persegue il bene o dal punto di vista del bene che persegue il male.
    Forse però è una tecnica piú funzionale nei giochi di ruolo in effetti.
    O in Star Wars ma lo si capisce solo alla fine.

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    1. Davvero un’interessante interpretazione! Nessuna – ma è il mio parere – è una situazione migliore, perché comunque si può giocare su cosa faranno i mortali.
      Eh, cito Asimov, Gemmel, Tolkien, … Sono in buona compagnia, solo che loro erano grandi scrittori, io il loro lettore scarso! 😀

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  2. Oh finalmente, uno non è che può promettere e poi sparire!
    Dunque per cosa mi riguarda è sempre questione di equilibrio, io ne ho 5 di divinità 4 buone una cattiva, sono gli spiriti degli elementi che sono 4 più il male 5. Detto ciò i miei, non possono intervenire o se lo fanno molto, moltooooo alla lontana e ci deve essere una causa effetto, quindi mi sono andata abbastanza a complicare la vita. Non posso sproloquiare più del dovuto se no mi faccio spoiler da sola e non è molto utile alla mia causa XD Detto ciò posto molto interessante!

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    1. Grazie! No no, spoilera pure è più che giusto e anzi, sono io che non ho ancor letto niente dei tuoi scritti, post a parte, ad essere in colpa.
      Interessante visione quella del tuo romanzo, ma sai che mi ricorda i “5 Samurai” ovvero la leggenda delle cinque armature dei samurai? Solo che lì erano 5 + 1

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      1. Si beh, i miei sono ricordi sbiaditi di una serie a cartoni di 25 anni fa… Quindi sai, valgono e non valgono. A sto punto mi viene una curiosità: come l’hai creato? Ti sei messa a tavolino oppure è nato via via, il pantheon intendo e quindi anche la filosofia che ci sta dietro.
        (se vuoi rispondere)

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      2. Io ho programmo tutto, non scrivo mai strada facendo, soprattutto essendo che la mia è una saga, saranno 6 libri, la coerenza è un fattore FONDAMENTALE.
        Ho già scritto i riassunti dei capitoli di tutti i libri prima di iniziare a stendere il primo, quello che ora sta su amazon. Ho lavorato quasi 6 mesi a stendere i riassunti di tutta la trama prima ancora di iniziare. Inoltre sono presenti vocaboli e frasi in gaelico scozzese che hanno significati pertinenti. Sono un po’ malata, ma se non avessi fatto così non avrei neppure iniziato, mi verrebbe l’ansia a iniziare una cosa così vasta senza sapere come va a finire, non potrei mai, è un rischio troppo grosso, pure uno come nonno Martin sta andando per cartoni ad aver fatto così. Secondo me manco lui lo sa come vuole farlo finire il trono di spade.

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      3. Un impegno mastodontico quasi da ricercatrice. Attenta a non andare fuorigiri o a perdere la freschezza della sorpresa perché il viaggio che hai iniziato ti ha cambiato.
        Ma sono pareri di anziano lettore non di scrittore (che non sono).
        Riguardo Martin è un furbacchione… Lo dice a te che non sa come va a finire la saga ma è che non vuole farla finire… Anche se in realtà, alla fine, l’ha conclusa in 5 pagine da grande qual è! (però almeno 1600 pagine le poteva evitare a mio avviso che di come si preparano i tavoli delle feste a me non importava).

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      4. Non lo so a me da l’idea che sia passato troppo tempo tra un libro e l’altro ed inoltre ha davvero rotto le palle millanta anni dicendo che non vendeva i diritti per il film perchè era sicuro che glielo avrebbero rovinato, ha venduto i diritti per la serie… puntate su puntate di cose che non esistono e non c’entrano una beneamata cippa… VA BENE…

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      5. Ps.: comunque io mi riferivo a te, al tuo lavoro mastodontico, non al suo. Ed in effetti per quel poco di storie su più libri che ho avuto modo di scrivere e soprattutto di leggere, lo scrittore cambia, eccome! Non necessariamente migliora ma cambia.

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      6. A meno che non si scriva l’opera tutta insieme si cambia per forza, passano gli anni, si cresce, si acquistano punti di vista diversi, ma se si segue una certa linea bisogna porre molta attenzione al mantenerla, specialmente nella gestione dei personaggi.

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      7. Si chiama vendere i prossimi 3 libri… chissà se gli riuscirà? Sai a volte può essere davvero antipatia nei confronti della tua creatura – il personaggio – oppure una sorta di spin-off per lanciare una nuova serie. So che può apparire brutto – e in fondo lo è – ma … Non tutti sono Stephen King che ad ogni idea segue quasi sempre un buon libro e di conseguenza un’agiata sopravvivenza.
        Le mie sono illazioni, non conoscendo le verie intenzioni dell’autore, ovvio!

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      8. Mah sai non è stato molto furbo secondo me, la gente lo odiava già a morte prima che uscisse questo, ci ha messo tipo millanta anni a pubblicarlo. Se vai sui forum dedicati a Eragon leggi le peggio cose, erano tutti incazzati a morte prima che uscisse perchè ci ha messo davvero anni, poi dopo che è uscito si sono incazzati ancora di più. Questo per me è un caso di quelli inizio e non so dove voglio andare a parare.

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  3. Non penso che in tutto WordPress sia davvero possibile trovare un post come quello che hai scritto e che io stesso faccio fatica ad inquadrare in uno stile o in una categoria: sembra la storia della letteratura fantasy in cui la parte del Silmarillion se la gioca la Bibbia!

    Ho scaricato il tuo pezzo e l’ho salvato in hard-disk, perché non si sa mai: una simile perla va conservata, almeno fino al processo che il Sacro Ordine della Santa Ortodossia ti intenterà per blasfemia continuata e contaminazione di genere.
    Il tuo scherzare sugli archetipi è frutto di colta masticazione di autori come Saramago, ma anche di visioni disneyane, per non tacere degli anime giapponesi.
    Ho avuto anche uno strano brivido gradevolissimo (come un frammento piccolo piccolo di ghiaccio lungo la schiena) di ricordo dello spassoso “Il Figlio del Dio del Tuono”, vecchio libro del 1984 dello scrittore finlandese Arto Paasilinna.

    Pezzi come questo che hai scritto non sono certo il mio pane quotidiano, foss’altro per la rarità, ma di certo sono un gran buon dessert!
    Slurp!

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    1. Grande Arto, secondo me un grande che ha capito molto di tante cose.
      Venendo a me, il rischio di venire bruciato su qualche rogo novello eretico era remoto, anzi all’inizio volevo spingere di più sull’argomento ma poi mi son detto: ma perché!?
      Sei immensamente buono in quello che scrivi del mio post e ora vado a bearmente allo specchio! No dai un attimo di serietà: grazie davvero delle belle parole!

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    1. Stasera vado a letto gonfio di complimenti e tronfio del mio sapere! Ahahah mi state viziando e ti ringrazio!
      Buon settembre anche a te, io adoro settembre! Perché mi ricorda tante cose del mio passato, che a viverle sono passate in fretta.

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    1. A sto a finì… che mica è facile scrivere 350 pagine con “a bordo” 2000 battute l’una! Vuol dire aver pigiato almeno 700.000 volte i tasti che, se mettiamo in conto ristesure, correggi qua correggi là, fanno 1.200.000 pigiamenti di tasto! (E questo implica la supremazia della tastiera meccanica sul vetroso touch)
      Però hai ragione, manca all’appello la storia delle tre parole. L’avevo scritta sulla sabbia e s’è cancellata, rimedierò.

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    1. Questo commento è davvero interessante! Nell’articolo che ho postato qui sopra e nella conclusione (tratta liberamente da Aniene di Guzzanti) ciò che volevo indicare era dell’eccessivo uso di interventi divini per “salvare” la trama, ovvero: la storia è arrivata ad un vicolo cieco, e ora? Vai col dio (invece che vai con dio!)… E salvi tutto. Però, quante volte puoi iterare questa cosa? Dopo un po’ questo derogare alla concretezza e bellezza di una trama, quanto rende il tutto banale?
      La chiave di lettura che gli hai dato tu, invece, è ben diversa e molto molto interessante. Grazie d’essere passata e di aver commentato.

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