Sullo scrivere, lo scrivere bene, lo scrivere e piacere

pennino

Mentre tutti i progetti avanzano con lentezza angosciante se non con qualche battuta d’arresto, dovuta non tanto al blocco dello scrittore, banalmente perché non sono un scrittore e pertanto non posso bloccarmi, quanto alla mancanza fisica di tempo e a diversi impedimenti di natura sempre fisica di cui non sto a tediarvi.
Ripropongo il racconto Della carne e delle stelle (vol.1) che se avrete cuore di leggere (clickate sull’immagine del libro o QUI) mi darete allegria, perché prima o poi sarà seguito dal volume 2 (evviva).  dellacarnevol1

Mi si è chiesto come mai non tenti la carriera di scrittore dando in pasto a qualche agenzia o ditor o boh, i miei scritti; facendo una rapida (0,68 secondi) autocritica, sono un imbratta-pagine digitali e poi, ora posso dire di avere i miei 30 lettori! 😀

Tornando al romanzo qui di fianco (che ancora è solo un racconto lungo, ma crescerà, è una minaccia!) sto cercando di portare dentro tutti i possibili luoghi comuni dei fantasy tranne uno: gli Elfi o chi per loro… No, niente Elfi, sono una stirpe bellissima, ma ne ha già parlato Tolkien, Brooks, la banda di Dangeons & Dragons a cominciare da Margaret Weis Tracy Hickman e  una sterminata miriade di scrittori veri o improvvistati, quindi no, gli Elfi non ce li metto, ci metto le astronavi, le spade potenti, i poteri ma gli Elfi no! 😀

Per concludere riporto qui di seguito un interessante brano di una recensione di Gamberetta, di cui ammiro lo stile asciutto; riporto la sua conclusione finale…

Non siamo a scuola (per fortuna!) non c’è alcun “premio” per l’impegno. Non ha alcuna importanza se scrivete mezz’ora al giorno sul tram di ritorno da scuola o dall’ufficio o se invece avete venduto casa pur di scrivere venti ore al giorno fino a diventare strabici. L’unica cosa che conta è quel che il lettore si ritrova in mano.

Vorrei chiudere con un’ultima considerazione, riguardo ai sogni. Molto spesso gli scrittori sognano: sognano di vivere in un castello come la Rowling, sognano riconoscimenti e il plauso del pubblico, magari sognano solo di essere pubblicati. Niente di male in tutto ciò, solo qualche volta dovrebbero riflettere di più sul fatto che si sono scelti un mestiere o un hobby profondamente altruistico: lo scrivere è sì legato ai sogni, ma ai sogni dei lettori! È proprio compito degli scrittori far sognare i lettori! E ho paura sia un obbiettivo difficile da raggiungere se si è mezzi addormentati e con la testa tra le nuvole…

 

Tratto da Gli scrittori e il troppo amore.

😉

 

A presto per un post sui personaggi più duri che si può, da Kirk, a Joh  Wayne passando per Chuck Norris fino a giungere a Clint Eastwood

27 pensieri riguardo “Sullo scrivere, lo scrivere bene, lo scrivere e piacere

  1. Mi dispiace di dissentire anche se solo in parte. Lo scrittore scrive sopratutto per un suo bisogno interiore di raccontare o raccontarsi.
    Lo scrittore scrive ‘apprescindere’.
    Gli obblighi, caso mai, li ha verso il suo editore.

    sherasommessamente

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    1. Eh no, beh Martin è un attimo meglio… 😀
      Soprattutto non sbaglia un profilo, né un personaggio né un intreccio. Secondo me tiene un diagramma ad albero con tutte le cose che ha inventato.

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    1. Anche! Ma provano a che a venderti un prodotto (parlo di quelli pubblicati e pubblici) a meno che nonno non arrotondi la pensione facendosi scucire la paghetta dai nipotini.
      Ah, ai miei tempi succedeva il contrario! 😀

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  2. Ciao!!www.unarossasottosopra.wordpress.com non è il solito blog, e non perché sia migliore ma è direi diverso.
    Sono una #curvy incalliti che cercherà di riscattare quante più donne e le loro forme,ma non mi occupo solo di questo.
    Attualità, poesia,creatività, passione,amore,salute,cuore,sesso,intrighi,rivelazioni,make up,shopping, famiglia,bambini,animali….il bello è quello: faccio “zapping” su più argomenti cercando di non farvi mai annoiare,informarvi quando è il caso,e il tutto senza mezzi termini.
    Spesso sarò diretta e cruda ma sempre spontanea,senza peli sulla lingua e pungente quanto basta:ricordate che LadyD. è una rossa fuoco! !!!!
    Vi aspetto,Grazie :*

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  3. Ciao imbrattatore, piacere di conoscerti. Devo dire che è davvero raro leggere di qualcuno che non vuole emergere, che non aspira alla fama, che non va cercando di qua e di là il miglior modo per tramandare la sua esistenza ai posteri. Stamattina pensavo a mio padre, che è morto due anni fa, e che nessun altro ha mai conosciuto, perchè lui era un uomo come tanti altri, che non hanno titoli sui giornali, che non stanno sugli scaffali di nessun negozio, che non commemora nessuno. Però nel suo esistere semplice e comune era speciale. Io scrivo, e sono stata anche edita, purtroppo, ma la mia è una atroce condanna e non un piacere. Come quei maledetti che non hanno pace e che devono sempre respirare qualche droga io debbo sempre svuotarmi le budella dalle parole che accumulo altrimenti non riesco a vivere. E non è affatto una bella cosa. Quindi con un pò d’invidia stimo questo tuo modo d’essere imbrattatore senza aspirare a nient’altro che questo. UN saluto sofferto 🙂

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    1. Quello che mi ha scritto mi fa molto piacere. Purtroppo tante persone se ne vanno lasciando ricordi nei più cari e basta. Magari è sufficiente proprio perché sono ricordi sinceri.
      Riguardo lo scrivere, per me è così, ma non è detto che sia solo così o giusto così. Sì credo sia una fortuna accontentarsi di poterlo fare e di poter condividere con altri e su questo ultimo aspetto devo ringraziare internet e il print-on-demand.
      Perché invece per te è diventata una cosa negativa? Se posso chiedere.

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      1. Per me è sempre stata una cosa negativa, perchè la scrittura, l’arte, la musica diventano canali di comunicazione quando non c’è altro modo in cui comunicare il dolore. Quindi per me è stata una cosa che è iniziata fin da piccola e che è continuata nel tempo solo per questo motivo. A tutt’oggi è così, la scrittura è per me come una lingua madre e non conosco altra lingua per tradurre i miei sentimenti. Quindi come vedi è una cosa che è nata dal dolore e che è continuata nel dolore. Per questo non è una cosa piacevole per me.

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      2. Non fatico a crederlo, perché è un canale (e che canale) molto forte dove, il pensiero non ha a che fare con la voce, resta muto, quindi anche idee ed emozioni non devono venire rese verbali; è come fargli una foto.
        Interessante, non ci avevo pensato mai, questo mi spiega come mai a volte si riesce a scrivere e spiegare quindi per scritto un’emozione, che altrimenti non si riuscirebbe a trasmettere.
        Grazie del contributo.

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