Autori, lettori, nuovi spazi e molti dubbi

Scrittoio_901


banner_cartatracciaEra da tempo che volevo scrivere qualcosa sullo scrivere (!). Mi ha fornito l’occasione il blog di Cartatraccia, con il suo articolo su una possibile biblioteca per autori autopubblicati. L’argomento al di là di offrire un’ipotesi di soluzione è anche un buono spunto per porsi un po’ di domande.
Non contento mi sono imbattuto (no ok, l’ho cercato) su un post parimenti interessante banner_circolo16del Circolo16, dove si analizza il caso degli scrittori che sono in realtà lettori evolutisi in scrittori.
Sulla base di questi due interessanti contributi (e dei commenti ai medesimi) mi sono posto il quesito di cosa sia l’editoria per gli esordienti e come fare per farli esordire bene! Non trovando alcuna risposta! 🙂
Ovviamente nel mare immenso di lettori evoluti che scrivono e di scrittori in erba che non leggono, sono secondo me da preferirsi i primi. Si deve dubitare di chi non legge insomma? Forse sì.

E quindi? Ragionandoci un po’. Forse è il caso di cambiare prospettiva, di cercare anche lettori nuovi? Lo zoccolo duro difficilmente sceglie titoli di autori che non conosce? Può darsi ci siano altri lebanner_autoririunitittori in attesa dietro l’angolo? Chissà. Allora magari occorre rivolgersi ad iniziative già on-line, già destinate a lanciare qualche penna nuova, delle piattaforme dove farsi conoscere insomma. In questo caso vi segnalo due altri post: il primo dal blog di Philomela997 e il secondo dal blog di Rinabrundu.

lapprodo-banner000Ognuno faccia le sue considerazioni, sia che rientri tra i lettori sia che rientri tra gli scrittori e che su tutto però prevalga sempre una profonda… Conoscenza dei propri limiti! 🙂 Ps.: uno scrittore è tale se pubblicato? Mah, si diciamo che è così.

Nota bene >> Per lettori evoluti io non intendo che siano migliori degli altri che non scrivono, solo che le loro passione si è evoluta in altro, si è cioè rivolta anche allo scrivere qualcosa. C’è chi scrive per sé, chi per cercare di sbarcare nel magico mondo dei pubblicati davvero, chi per i pochi intimi (i parenti sono le prime vittime dello scrittore in erba).


 

28 pensieri riguardo “Autori, lettori, nuovi spazi e molti dubbi

  1. Conoscenza dei propri limiti.
    Ecco questo è. Non è necessario -se non come massaggino del proprio ego – pubblicare.
    Personalmente credo che, al di là dei maneggii che sono inevitabilmente penetrati anche nell editoria, un libro pubblicato da una casa editrice dia, al di là dei gusti, maggiori garanzia perché oggetto di più valutazioni. Lasciamo perdere se poi strizzano l occhio al mercato .
    Una cosa è un saggio, un articolo, una recensione o anche scrivere racconti brevi e articolati altro è inventarsi scrittori.
    Io mi ritengo una buona lettrice molto preparata e aperta alle novità ma niente affatto ‘talent scout’ .
    Sherachennscrivechebazzeccole

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    1. E come spesso accade mi sento di darti ragione. Hai messo il mouse nella piaga l’ego. Spesso si pensa troppo a quanto si è bravi, ma un conto è l’ambito professionale, un conto è il talento, un conto è l’hobby.

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  2. ciao carissimo, è un piacere vederti sempre attivo sul fronte letterario, scusa se mi permetto di fare alcune considerazioni ma io vivo nell’ambiente da 35anni

    1) i grandi scrittori, quelli VERI, leggono pochissimo, direi quasi niente

    2) tutti abbiamo la patente ma i piloti di formula1 sono poco più di venti, ciò significa che è d’uopo distinguere tra professionisti e amatori, chi spende qualche centinaio di euro per pubblicarsi un libro NON è definibile “scrittore”

    3) come credo di averti già detto, il business delle case editrici a pagamento fa leva sulla vanità e su velleità spesso mal riposte. Le case editrici a pagamento molte volte sono satelliti dei grandi editori, succhiano soldi agli “aspiranti” per poi darli, in parte, ai professionisti

    4) sinceramente tutta questa vena letteraria mi lascia perplesso, vi sono blogger che faticano a mettere insieme una 20ina di commenti ma si illudono che migliaia di persone anelino leggere i loro libri… una ridimensionata collettiva non farebbe male

    5) questo mondo non sempre premia i meritevoli ma sempre e comunque manda nel dimenticatoio le meteore

    esistono i blog, sono gratuiti, per chi scrive e per chi legge, qualcuno mi spieghi perché continuare a stampare libri e alimentare una economia senza senso, 65.000 titoli pubblicati ogni anno, tonnellate di carta che finiscono al macero. Intere foreste.

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    1. Il tuo contributo è sempre bene accetto e come sempre mirato. Che posso dire, è così (salvo forse aggiungere che non tutti gli scrittori affermati NON leggono, almeno a parole…).
      Come spero si capirà da quanto scrivo, sapere scrivere o perlomeno saper battere sulla tastiera non è essere scrittori (anche se mi piacerebbe definire una volta per tutta questa qualifica). Come sempre dico: ci vorrebbe (ci vuole) tanta tanta umiltà, almeno per riconoscersi uno con la patente, e non uno che può correre coi professionisti.
      Il resto per l’appunto… è vanità.

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      1. amico carissimo,
        la qualifica di scrittore è facilmente definibile… te la dico alla Fantozzi, simpaticamente 😉

        dicasi scrittore colui che vive di scrittura, professionista “contrattualizzato” e profumatamente pagato dalle case editrici.

        tutto coloro che non rientrano in questa categoria sono “amatori”, “aspiranti”, e/o dilettanti che ci provano

        ogni essere umano vive nella ferrea convinzione di avere qualcosa di interessante da dire… purtroppo non sempre è così

        i grandi scrittori non leggono niente, fidati, se ne fregano altamente di ciò che scrivono gli altri. Quando li vedi intervistati in tv appaiono sempre sommersi da una mare di libri, sono tutti regali o richieste di giudizio che MAI aprono.

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      2. In effetti è una definizione, direi, calzante e che condivido.
        C’è anche la categoria “che non ci vive” (2.000 copie l’anno) nella definizione? Non è una domanda provocatoria è pura curiosità.

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      1. Ho la fortuna di avere un buon numero di persone che contribuisce ad arricchire questo blog! TADS sapevo che s’era già espresso in materia di esordienti e scribacchini e qui ha giocato l’asso di briscola praticamente.
        So che mi ripeto come un disco rotto, ma quel che vedo in giro è comunque poca autocritica. Ci sono tanti prodotti “venduti” che non dovrebbero esserlo.

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  3. tranquillo, so distinguere una domanda da una provocazione 😉

    non so cosa tu intenda per “2000 copie l’anno”, per scrivere un romanzo di 220/250 pagine che abbia un ottimo impianto narrativo, una crescente, Rossiniana, struttura emotiva, un plot centrale e un mini plot in ogni capitolo… ci vogliono mediamente due anni, sempre non ci si avvalga della collaborazione di un bravo ghost writer. Sono tempi tecnici che servono per far sì che non si intruppi il cervello

    allora… puoi nascere con una bellissima voce ma non diventerai mai un cantante se non ti fai “smatarozzare” da un/a maestra/o di canto, puoi nascere col bernoccolo dello scrittore ma non diventerai mai tale se non ti fai “smatarozzare” da un Maestro.

    “smatarozzare”, la “matarozza” è la parte inutile, superflua delle cose, è un termine tecnico che usano gli stampatori di materiale plastico, hai presente le sorprese dell’ovetto Kinder, ecco, quei pezzettini di plastica che ti avanzavano dopo aver montato il giochino si chiamano “matarozza”

    sappi che sono disponibile a chiarirti ogni dubbio, basta chiedere.

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    1. Si ho presente, il matarozzo o matarozza è termine anche in fonderia… 😉
      Mi è chiaro.
      La domanda verteva su quelli che non ci campano perché sì, hanno un po’ venduto ma non abbastanza, però se consideriamo lo scrittore come professione è condizione che uno ci viva o perlomeno ci vivacchi. E qualche copia per un lavoro di un paio d’anni è di fatto niente.
      In merito al maestro, beh anche questo è vero. Poi ci sono quelli davvero col bernoccolo però credo sian rari (oppure è fortuna).

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      1. in questo mondo non esistono autori “professionisti” autodidatti al 100%, credimi, anche i migliori, per emergere, devono essere smatarozzati.

        2.000 copie non danno da vivere ma comunque nei piani bassi sono un successo, almeno sotto il profilo psicologico e dell’autostima, questo sì.

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      2. Una volta, da qualche parte, lessi un commento sulle cose più spaventose del web divertente: “…ciò che più spaventa sono le poesie di certi blog…”
        Non ricordo chi lo disse, però dipingeva abbastanza bene il mare che si è formato. Si può e deve essere liberi di fare tutto, senza velleità. Onestà quindi.
        Grazie per le risposte, t’ho fatto scrivere un romanzo con questo post.

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      3. quello che dici è un termometro, hanno inventato i blog e i social proprio per dare la possibilità a chiunque di esprimere le proprie velleità letterarie e poetiche, tuttavia da qui a diventare scrittori…!!!

        alla prox, è sempre un piacere dialogare con te, ogni tanto vieni a trovarmi, sei ospite gradito, guarda che non è una spammata, io sul blog mi esprimo per metafore, hai visto mai che…!!!

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      4. Ma lo so lo so che non spammi. In realtà ti seguo sempre! E mi leggo ogni articolo (e non è una sviolinata!) infatti sei una delle mie maggiori fonti di insonnia (a forza di leggere faccio troppo tardi). ^_^

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  4. Leggo molto ma poco gli emergenti, non perchè sono prevenuta, ma perchè nel tempo mi sono resa conto che si scrive tantissimo ma il valore è poco. Le case editrici invogliano la pubblicazione dietro compendi, tantissimi si sentono “scrittori” e si buttano e poi prendono delusioni enormi. Ho letto (mai finiti) libri “vuoti” impaginati male e con errori da brivido.
    Anche a me era stato proposta una pubblicazione, ma conosco i miei limiti ed enormi difetti, non sono malata di protagonismo, nè avida di soldi e quindi….Ci vuole più serietà e convinzione, rispetto per un’arte abbastanza bistrattata.

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  5. ciao! ho letto anche i commenti…
    pero un bravo autore prima di diventare scrittore da un milione di copie è stato uno scrittore da venti copie,… nel senso che da qualche parte si deve anche iniziare…
    magari chi non ha un nome e non ha la fortuna di rientrare nel momento giusto al posto giusto… e allora rimane sempre nell’anonimato o con la sua cerchia di lettori… e magari è bravissimo e passa emozioni fortissime ma ancora non riesce a venirne fuori…
    io credo che se la stoffa c’è, prima o poi esce…
    io ecco beh… ho un blog perchè mi sento scrittrice… hua hua! ma quando maiiii!!!!! lo sai che ce l’ho per caso e quelle pochine cose che hai letto da me te lo hanno dimostrato… io son capretta1 ahahah!

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      1. ci ritorni da me??? azz! e dimmelo che mi metto in ghingheri! ahaha! non era un invito… stavo giocando perchè dicevate che chi si sente scrittore apre un blog… emh… io no, non mi ci sento! ma capisco che per alcuni invece è cosi davvero!
        si si… e le caprette pappano pure l’erbetta drogata! ahahah

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