A come fantascienza

La fantascienza è quel genere, solitamente inviso alle lettrici donne (sbugiardatemi se non è così) che ha regalato grandi classici alla letteratura. Cito a esempio i premi Nebula che nel tempo hanno visto partecipare nomi del calibro di William Gibson, Philip K. Dick, Robert A. Heinlein, Ursula K. Le Guin, Marion Zimmer Bradley, Italo Calvino*, Isaac Asimov, Orson Scott Card, Dan Simmons, Connie Willis solo per citare quelli che ricordo io o di cui ho letto le opere.
Titoli come L’anno del Contagio, Il gioco di Ender, Neuromante, La caduta di Hyperion, La fondazione, hanno creato quel background su cui si poggiano cyberspazio, robotica, viaggi interplanetari, paradossi temporali, malattie genetiche, morbi impazziti, e altro ancora. Soprattutto era qualcosa scritto da letterati veri, da persone con grandi capacità, scrittori bravi, mica cotiche!
Che ora è facile buttare lì due righe sul distopico, su pistoloni laser, su spiegoni che ti fanno venire il dubbio se l’autore ci stia prendendo per i fondelli… metti qualche bella ragazza con un passato da dimenticare (e c’hai 15 anni, quanto ci metterai a dimenticare mezz’oretta?) un po’ di situazioni rocambolesche, e il gioco è fatto.
E quindi? Quindi niente, a parte rimpiangere l’epoca 1960-1990***, faccio pubblicità al genere. E voi? Ricordate qualcosa di letto di recente che ha origine in quel peiodo storico?

Che altro dire… niente, musica (le note al testo sono più giù)

* per me è fantascienza anche il suo.
** se mi riuscivano facevo quello di mestiere
*** nostalgia segmentata?

36 pensieri riguardo “A come fantascienza

      1. Che poi io vado sempre a vanvera, imbocco sentieri che non conosco e non so mai dove vado a finire. Però adesso porto il telefonino quindi col gps mi salvo, corro solo il rischio di rimanere in riserva di energia. Ma conoscendo bene i miei limiti non succede mai. 😀

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    1. Di recente mi sono fatto la saga di Hyperion e di Isaac e tutti i libri di fantascienza delle LeGuin, e riletto la saga di Darkover di M.Z.Bradley! E poi è finito il tempo! 🙂 Che meraviglia di periodo.
      Devo recuperare il libro di Calvino, sembra promettere bene.

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      1. La Le Guin ha costuito delle storie belle dal punto di vista della filosofia del linguaggio, che catturano per il pensiero che inducono nel lettore. Purtroppo non ho la cultura per descrivere cosa e come ha operato, ma a senso, si capisce quanto è profondo ciò che ha scritto. Mancherà molto anche a me.

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      1. …e comunque, avevo visto che avevi letto dai commenti sul racconto. 😉
        Ma forse questo è un commento vecchio che a me arriva solo ora, perso nei meandri di WordPress… chissà. E’ fantascienza anche questa.

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