I lettori che mancano, i perché ma non i per come

Come più volte affermato su questo blog, la fantascienza è poco letta, specie in Italia*. La domanda è una sola perché? Però una domanda così ad alto livello si suddivide in mille altre, allora vediamo di elencarne alcune, chi vuole può cimentarsi e aggiungere i suoi perchè o rispondere a quelli qui sotto. Ah la foto è il delizioso decollo della Repentaglia IV, indimenticabile, forse ultima opera d’ingegno di Ettore Majorana, o no?

  • perché è tutta roba vecchia
  • perché parla sempre di distopie
  • perché fa troppo uso di “effetti speciali”
  • perché è letta prevalentemente da uomini, che leggono meno
  • perché viene considerata di scarsa qualità
  • perché c’è così tanto da leggere che non interessa
  • perché è fin troppo incredibile
  • perché è disonorevole farsi “beccare” con un libro di fantascienza
  • perché perché … un sacco di perché

Poi succede che Hunger Games spopola, e le persone che l’hanno letto riletto e visto il film… continuano a dire che non leggono fantascienza né la amano. Che sia, alla fine, solo una questione di immedesimazione?

Chissà, forse è l’unico perché? O forse è perché è giusto così?

*no, non cito fonti! 😀 ma basta guardare le classifiche delle vendite on line di Amazon, IBS e Mondadori per vedere che non ci sono, ma si trovano gialli (crimini efferati a gogo) storie di famiglia, saggi, consigli, diari… qualche classico

67 pensieri riguardo “I lettori che mancano, i perché ma non i per come

  1. Purtroppo non mi piacciono e il perché è semplice….se si discostano dalla verità (che poi può essere tradotta in miliardi di modi è vero) non mi catturano. Sento più che altro di non appartenere al genere, dunque mea culpa e non di certo di chi li scrive

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    1. A dirla tutta, non è bugia, ma solo finzione, poi si può non credere ai viaggi spaziali e alle intelligenze artificiali… ma in fondo è come la magia no? 🙂
      Comunque: i gusti so’ gusti.

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  2. Io ho scritto un racconto di fantascienza sul blog e ho pensato di pubblicarlo anche se gli amanti del libro logorroico storcono il naso. Con StreetLib, per una copia di fantascienza vendo due dell’altro libro giallo, in particolare su Kobo. Su IBS si inverte e vendo più la fantascienza. Non immaginare chissà quali numeri, ma lento pede da settembre scorso ogni tanto c’è qualche numero venduto. Su Amazon vendo solo il giallo, anzi i gialli perché ne ho uno scritto con Marcolongo.

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      1. In un altro post ti ho scritto il mio punto di vista sulle trame dei racconti di fantascienza. Per il mio racconto mi sono dovuta documentare molto perché fatti reali si intrecciavano con la fantasia, come certi studi del CNR, certe date che dovevano coincidere con un manoscritto di Newton e il calendario ebraico ecc. Una mia amica ha scritto un libro di fantascienza di circa 500 pagine, un lavoro immane pubblicato con una casa editrice. Non è molto contenta del risultato. Dopo l’estate l’aiuterò ad autopubblicarsi, visto che il contratto con l’editore è scaduto.

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      2. Sì ricordo. Quello di documentarsi vale per qualunque genere, in particolare per la fantascienza per ok, senso di meraviglia, sospensione del senso critico, e via discorrendo, ma se spari vaccate, no! 🙂
        500 pagine in effetti sono una fatica immane! ipotizzando 1850 battute a pagina, e almeno un paio di stesure più la finale, vengono fuori 2 milioni e 700 mila battute, ed è tanto tantissimo.
        Fa’ i miei complimenti alla tua amica e, se decide di pubblicare, non dimentare di dirmelo, lo leggo con piacere.
        Ho il difetto di dimenticare, sigh, le cose che dico, quindi se mi dimentico che dovevo leggere un certo libro, non è cattiveria, è proprio amnesia! Per questo chiedo sempre che mi si dica di nuovo. 😛
        Curiosità, se si può, che casa editrice aveva pubblicato il romanzo dell’amica?

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      3. Come preferisci. Di solito però preferisco comprarli sulle varie piattaforme, un po’ perché è una specie di mio feticcio, un po’ perché così posso prestarli. Il pdf mi spaventa, potrebbero duplicarlo, potrei perderlo… ^_^

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  3. A me la fantascienza piace.
    Pensa che quando insegnavo inglese a un Liceo Scientifico tecnologico (ora sono in pensione), includevo nel programma di letteratura anche alcuni scrittori di quel genere, e poi gli studenti erano invitati a trovare collegamenti con i loro studi del settore scientifico.

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  4. E dire che pensavo che non mi piacesse. Poi mi sono resa conto di leggere roba che in qualche modo c’entrava con la fantascienza. Non canonica, per dire, Asimov non l’ho mai letto fino a poco tempo fa. E… perché disonorevole? questa mi mancava 😀 Comunque, credo che a volte il genere passi per “campato in aria”, ma credo che lo sia solo la cattiva fantascienza. Piante che formano un’atmosfera su Marte, per dirne una. Il bello della fantascienza è proprio fare qualcosa di nuovo, anche di assurdo, con mattoncini più verosimili che veri. Una volta sarebbe stato fantascienza parlarsi con una tastiera a millemilamiglia di distanza.

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    1. Kubrik insegna (con la sua video conferenza dall’orbita terrestre).
      Esatto, la qualità, ci sono libri che meritano di finire nella spazzatura anche nella fantascienza, ma sono più o meno degli altri generi? Quanti emuli di 50 sfumature di qualcosa ci sono stati negli ultimi anni? Quanti romanzi rosa discutibili? Quanti gialli dove un ispettore, investigatore, tenente, commissario, hanno fiutato tracce mal descritte, risolto casi idioti? Mah! 🙂
      Ok, alla fine l’importante è leggere… ci mancherebbe.

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      1. Sono d’accordo tendenzialmente su tutto, ma l’ultima frase non lo so… scherzi a parte… ci ho riflettuto a lungo su questa cosa, ma sono sempre arrivata a portare fuori il mio lato più “snob”, o meglio, la volontà di fare sempre qualcosa di più. 50 sfumature di vaccata credo che educhi “male” alla lettura, personalmente credo che leggere una roba del genere faccia in qualche modo dei danni. Ma forse sono veramente troppo bacchettona eh.

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      2. Forse un po’… diciamo che leggere tre libri abbastanza lunghi che descrivono per filo e per segno una sorta di viaggio manutentivo dei genitali femminili e del dramma interiore (ci sto col multimiliardario o non ci sto?) smuovono qualcosa, e magari alla fine fanno appassionare a altro, che prima veniva scartato perché troppo lungo (e non è doppio senso, pensando al tema dei libri citati).

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      3. Oh, comunque se guardo a cosa sto leggendo adesso… ho una valanga di gialli, di saggi e di vita famigliare… quindi quasi mi smentisco. Diciamo che un buon 25% è anche fantascienza…

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      4. Tante delle cose che leggiamo le leggiamo anche per necessità, di qualsiasi natura essa sia. Se guardo la pila di libri che ho da leggere, di fantascienza non c’è niente. Tutta storia, al momento, ma è anche perché ho una necessità che definirei pressante su quel piano. Si vede che ora ti basta il 25% di fantascienza.

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      5. Riflessione interessante. Diciamo che al momento più che bastarmi, sono orientato a leggere di scrittori davvero grandi, quindi il 25% forse è la giusta proporzione. Ti ho già detto che mi sento cacchetta paragonato a certi che leggo? Ma proprio cacchetta… 😀
        C’è da dire che la fantascienza contemporanea raramente ha lo spessore che servirebber a un buon libro. (ecco mi sto rimangando il mio enunciato, oppure sono solo critico?).

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    1. Qui sono poco ferrato, nel senso che io predico, ma l’ultimo libro di fantascienza da me letto risale a qualche anno fa. Ne ho una mezza dozzina da iniziare, ma sono ultraclassici. Oddio se ci metto anche i 2 che mi hanno consigliato nei commenti diventano un po’ di più.

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  5. Come ho scritto pure in qualche commento da me, credo che ci sia di base un “dna culturale” ostile al fantastico, in Italia. Non in senso assoluto, ché di fantastico se n’è letto sempre un po’, e a volte, pure scritto, ma se guardi al grosso della produzione letteraria italiana del passato, sono spesso drammoni tristoni, magari con personaggi immobili – o che, se si muovono, fanno danni, soprattutto a loro stessi – e magari linguaggio altisonante.
    Il fantastico, di solito, non è così (a parte una maggior tendenza alle tragedie nel genere horror).

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    1. Interessante, interessante. Sì, di fantasy mi vengono in mente dei nomi, qualcuno anche decente, ma di fantascienza no… Non tira… Vabe’ me ne farò una ragione.
      Credo, tra l’altro, che questo sarà l’ultimo post sull’argomento, perché penso di avere sviscerato praticamente tutto e fatto tutte le domande, Non perché ci sia riuscito, ma perché l’interesse, anche aumentando il dettaglio, non sarebbe più alto di così.
      I fantasy italiani me li scriverò da me per me! 😛

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  6. Anche io amo poco la fantascienza e non so bene il perché, forse per via dell’ immedesimazione che si cerca tra i personaggi dei libri ed essendo io molto razionale e terrena….
    Però, per l’eccezione che conferma la regola, proprio ora sto finendo di leggere un libro fantastico e distopico davvero delizioso, intelligente, riflessivo, educativo, commovente e scritto benissimo nonostante l impianto narrativo contemporaneo che la scrittrice usa , ma senza disorientare troppo il lettore.
    Vuoi sapere quale?
    Bambini nell bosco di Beatrice Masini.
    Quindi …mai dire mai.
    🙂

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  7. io sono un grande appassionato di fantascienza (non di fantasy, di cui bisogna distinguere il genere), ma sono sempre stato legato a un motto della bravissima Ursula Le Guin, la quale sosteneva che se in un romanzo lo scrittore decideva di far andare un astronave oltre la velocità della luce, doveva essere consapevole di alterare la legge della relatività con tutte le sue conseguenze. Come a dire: la fantascienza dev’essere scienza del futuro e non pura invenzione. Seguendo questo incedere si possono leggere romanzi straordinari, i quali non sono altro che romanzi di verità future con tutta la loro suspense, sempre a metà con il noir e la perfezione creativa. Dire perché in Italia non hanno il successo dovuto è sempre legato al fatto che leggendo poco (gli italiani) considerano questo genere una lettura di serie b, e di conseguenza va lasciata negli scaffali della letteratura di genere. Sempre la Le Guin considerava questa scelta dei librai l’ipocrita considerazione di una letteratura minore, la quale invece annovera autentici capolavori: romanzi come quelli di Dick, Ballard, Brunner e la stessa Le Guin (tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente), andrebbero posti negli scaffali della letteratura classica per la bellezza della loro sceneggiatura. In fondo, se leggiamo una storia ambientata in un futuro prossimo, o in una realtà alternativa, perché non dovrebbe essere considerata letteratura a tutti gli effetti. Ricordiamo che questo genere di scrittori hanno previsto tutto quello che è poi accaduto veramente, ed essendo premonitori del futuro, sono forse, più autentici degli altri, nel senso che riescono a tradurre la realtà, anticipandone i contenuti.
    Che dire, io continua a leggerla, e la nuova ondata di nuovi autori giovani, non finisce di sorprendere. Potrei citartene molti ma non importa, a ognuno i suoi gusti e ed giusto così, l’importante è leggere per la nostra civiltà e proprio per questo, per il nostro “futuro”.

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    1. E rieccomi su questo argomento. Il tuo splendido intervento era finito nello spam, come ti dissi, quindi ho faticato a ritrovarlo, ma per fortuna è riemerso. Credo che Ursula Lu Guin sia una delle migliori scrittrici del genere e una grande scrittrice in generale. Non ha senso relegare tutto un genere in un certo ambito “non colto” o non di serie a, come giustamente tu (e lei) avete affermato.
      La fantascienza deve rispondere alla domanda “che succede se” o what if per dirla in inglese, ma deve restare plausibile nella sua fantascientificità. Riguardo l’Italia, boh, che ti devo dire… son tutti a dire male di questo genere, poi però leggono libri mainstream di fantascienza trovandoli favolosi, magari remake o reinterpretazioni di classici della fantascienza. E allora che dobbiamo fare? Niente, leggere quel che c’è di buono, perché in fondo scegliere cosa leggere è compito nostro.
      Di nuovo grazie per l’intervento. ^_^

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  8. Ho parecchi libri a casa, ma di fantascienza credo neppure uno.
    Certo, ho horror, ho i racconti di King, ho un sacco di libri dove la suggestione deriva dal”ignoto, ma il genere fantascienza mi sa di “inventato” e di “inverosimile”, per cui non mi attira in alcun modo. Preferisco un romanzo dove puoi immedesimarti, per dire.

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      1. In realtà quello del futuro\mondo lontano non è che uno degli aspetti della fantascienza. Ci sono libri di fantascienza che si fanno la domanda “che succede se” e la innestano nel presente.

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  9. Io “shame on me” la conosco molto poco, probabilmente la mia è solamente pigrizia letteraria. Mio nonno quando ero piccola poteva vantare una considerevole collezione e sebbene ne fosse molto geloso quelli che mi ha permesso di leggere mi sono piaciuti molto. Di recente ho tentato un approccio con una raccolta di Ballard che mi ha davvero conquistata.

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    1. Ballard è notevole vero?
      Riguardo la pigrizia, invece, sai la vita ci pone il problema del tempo, dobbiamo scegliere che cosa leggere, secondo ciò che ci colpisce, che ci circonda, e magari più di qualche genere resta fuori. Magari potessimo leggere 40 libri alla settimana…

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      1. ^_^ 40 libri la settimana? Io non riesco a leggerli neanche in un anno! Devo dire che Ballard l’ho scoperto quasi per caso ma mi ha colpita immensamente. Ha uno stile estremamente scorrevole nella lettura ma riesce a trasportare l’immaginazione in luoghi veramente fantastici. Quanto meno per quanto riguarda la fantascienza e i racconti brevi, i romanzi distopici (un po’ il suo marchio di fabbrica) sono davvero inquietanti ma altrettanto belli.

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      2. Adesso con questa moda delle distopie stanno veramente stancando, quasi peggio dei vampiri alla porporina! Mi piace molto come genere in realtà, anche se molti sembrano non voler capire che come tutte le allegorie non andrebbe utilizzata come il prezzemolo. Poi, ovviamente, ci sono autori ed autori, alcuni che sanno il perché e il percome della loro scelta ed altri che utilizzano il genere un po’ troppo a vanvera. ^_^

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      3. Oh se me lo ricordo! Perché pensi che lo abbia citato? Perché questo discorso lo abbiamo già affrontato e sappiamo come la pensiamo. In realtà lo penso di tutte le allegorie, fantasy compreso. Qual è il bisogno che spinge un autore in piena libertà di parola a dover parafrasare tutto in un genere specifico che non potrebbe essere detto in altra maniera?

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