Bisarca 2019 – Vampiri


Vampiri

Quando ero piccola, disegnavo. Ero piuttosto brava nel crearmi quel piccolo mondo di carta e matita.
Disegnavo vampiri. Li facevo di ogni tipo: panciuti, alti con la gobba, con le mani ritirate sullo sterno, oppure con le unghie a punta, come quelle di una donna.
Disegnavo anche le vampiresse: a loro dedicavo qualche dettaglio in più. Le disegnavo sexy, affascinanti, con la chioma scura o bionda, lunga e con le onde. Le mani e la bocca sempre di rosso, gli occhi sempre molti cigliati e dallo sguardo profondo. Le disegnavo belle per come sono io o per come immaginavo di diventare crescendo.
Tutti quanti, però, li disegnavo con il rivolo di sangue che sfuggiva da un angolo della bocca. I miei cari compagni di matita li volevo sazi e soddisfatti, come se avessero potuto prendere ciò che serviva loro per continuare ad esistere.
In realtà li immaginavo anche generosi: un vampiro succhia il sangue, prende dalle sue vittime, ma dona loro anche quel qualcosa che li trasforma simili a sé, eterni. Un regalo che non potevo immaginare se buono o pericoloso; di certo conteneva un’altra forma di speranza.
Sono cresciuta e ho smesso di disegnare. Niente più vampiri di carta. «La vita vera», mi dicevano, «Basta con le stupide fantasie».
E fu allora che ho cominciato a incontrarli i vampiri: il mondo è pieno di ipocriti approfittatori. Si prendono tutto, ti derubano di te stessa, ti spremono, avidi come sono.
Ma la speranza no, quella mi rimane intatta.
Grazie ai miei vampiri di carta.


Racconto di angolodiliberta.wordpress.com

15 pensieri riguardo “Bisarca 2019 – Vampiri

  1. Abbandonare i sogni per la dura realtà, purtroppo è così, ma proprio per questo è meglio non abbandonare mai i proprio sogni proprio per riuscire ad affrontarla questa realtà 😉

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  2. 👏 Un racconto colmo di riferimenti: il senso dell’eternità inscritto in ciascuno di noi, l’originale rappresentazione del vampiro in chiave positiva e il riporto concreto al mondo, ai fatti quotidiani della vita. L’uomo può far bene ma può fare anche male, molto. Ho particolarmente apprezzato questo riferimento al “male” concreto, non idealizzato. Il male come limite umano a non aderire al bene, piuttosto che un “male” solamente etereo. Chapeau!

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  3. A mio avviso il racconto presenta due importanti contrapposizioni: bambina/adulta e fantasia/realtà. La “rovina” non sta nel diventare adulti o nel non credere più ai sogni, ma negli insani comportamenti umani che possono rendere negativo qualcosa.

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  4. Spunto affascinante, con una transizione
    forse un po’ troppoo affrettata tra l’abbandono dell’illusione infantile e la scoperta di un mondo adulto desolante: la prosa è impeccabile, ma mentre nella prima parte si percepisce benissimo la magia della creazione del disegnatore che dà vita ai suoi desideri e corpo alla sua immaginazione, nel finale si avverte la mancanza della freddezza e del disagio del risveglio ad una realtà più infernale e lugubre di quella immaginata, enunciata al lettore ma non percepibile a pelle.
    Che poi, si dirà, chi sei tu, pallone gonfiato, per scrivere questa critica? Proprio nessuno, davvero, proprio nessuno e di certo uno che vorrebbe tanto scrivere così bene come l’autore di questo racconto!

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