Falsa libertà
È notte, qualcuno dorme ma di un sonno agitato:
“No…no, voglio uscire di qui!”
L’incubo sta prendendo il sopravvento, l’agitazione sta aumentando:
<Non potete tenermi qui dentro voglio uscire!>
Una voce ovattata risponde: <Non puoi>
<La distruggerò questa maledetta gabbia e uscirò!>
<Non puoi>
<Perché mi tenete qui dentro?>
<Per proteggerti>
<Proteggermi, ma da chi? Io voglio uscire!>
<Non è vero>
<Ma chi è che comanda qui voglio parlare con lui>
<Non puoi>
<Voglio sapere perché mi tiene qui, perché ce l’ha con me, cosa gli ho fatto?>
<Nulla>
<Ma allora perché mi tiene qui dentro, io voglio uscire, voglio la mia vita! Fammi parlare con lui!>
<Non puoi>
<Allora avanti dimmi almeno chi è>
<Lo sai>
<Ma se lo sapessi pensi che sarei ancora qui? Dimmi chi è voglio saperlo, almeno questo, voglio sapere chi mi odia tanto da farmi questo!>
<Non è odio>
<Certo che mi odia, mi isola da tutti, mi tiene in gabbia mi vuol fare impazzire>
<Lo fa per il tuo bene>
<Ma non dire cazzate almeno, mi vuoi prendere in giro? Dimmi chi è, voglio saperlo subito devo sapere contro chi devo combattere!>
<È inutile, non puoi vincere>
<Tu non mi conosci. Dimmi chi è ti ho detto, voglio saperlo subito!>
<Lo sai>
<Smettila di burlarti di me, dimmi subito chi è che mi vuole impedire di vivere!>
Improvvisamente si sentì una musica, una canzone che conosceva bene “Liberi, liberi” di Vasco, ebbe un flash di quando la cantava a squarciagola al concerto fatto per presentare l’omonimo LP, era il 1989, tanti amici, tanti sogni e tanta voglia di vivere, che bei tempi! Ma chi era ora, non si riconosceva più.
Si riscosse all’improvviso tornando alla realtà:
<Parla! Dimmi chi è!>
La musica si diffuse in tutta la stanza mentre il volume si alzava:
<SEI TU!>
Una stanza, un letto malamente disfatto con qualcuno seduto con gli occhi sbarrati nel buio della notte, con il cuore a mille e il respiro affannato, come sempre al risveglio da un incubo, quell’incubo in cui ha saputo trasformare la sua vita.
Racconto di Silvia.
suggestivo l’incubo, così realistico in questo tempo che abbiamo attraversato, e suggestivo anche l’epilogo che può avere una doppia lettura: un richiamo alla responsabilità individuale come scelta consapevole del male minore. Ma anche il fatto che, in una visione più ampia, siamo responsabili della prigione in cui abbiamo trasformato la nostra vita con scelte sbagliate.
ml
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proprio così, l’hai centrato completamente 😉
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La vedo anch’io così: siamo responsabili della nostra prigione.
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grazie, quelle che ci costruiamo sono le peggiori
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Apprezzo l’aver trattato questo tema delicato. Incubi o qualsiasi involontaria “prigione della mente” resta una difficoltà da cui poter uscire solo con la collaborazione del “prigioniero” stesso. Grazie per essere riuscita in poche battute ad esprimere tanto.
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Ti ringrazio davvero mi fa piacere che ti sia piaciuto, detto da chi scrive ha molto valore 😏
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Geniale. Non aggiungo altro. La mia opinione si vedrà al voto
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Grazie Paola ☺️
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Buongiorno sist qui casino
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Ho apprezzato molto questo racconto ; gli incubi non vengono mai per caso, li vedo spesso come degli alleati che ci mettono in guardia, per spronarci a trovare la strada per uscire dalle nostre prigioni.
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E’ vero, spesso è così, ti ringrazio.
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mi piace molto il ritmo del dialogo in questo racconto
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grazie
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Spesso siamo proprio noi stessi a chiuderci nel nostro mondo, a volte popolato da incubi. In uno spazio breve, il racconto riesce a rendere bene il senso di claustrofobia….
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Ti ringrazio
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Molto carino, soprattutto il concetto espresso. Ma troppi dialoghi per i mie gusti e qualche punteggiatura mancante, per me.
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Molto probabile, io non scrivo, gioco soltanto 😉
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E’ un buon punto di partenza. Dopo, se cerchi qualcosa di più “professionale” cadi nelle pippe mentali, come me xD
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no no, non ho velleità di scrittrice, lo faccio solo per divertimento e perché_ mi piace mettermi alla prova 😉
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