Il motivo


IL MOTIVO

Il signor Croda anche questa mattina è seduto davanti al caffè che Susanna gli ha servito senza che lui dicesse nulla: ormai è un rito, stessa ora, stesso posto, ultimo tavolino prima della fioriera.
Il signor Croda anche questa mattina per tenere a bada l’ansia conta mentalmente: ormai è preciso, non serve nemmeno più che controlli l’orologio, si discosta solo di qualche secondo.
Il signor Croda anche questa mattina vede la signora Pedretti uscire dalla chiesa dopo la celebrazione: ormai sa che lei si sofferma sul sagrato a chiacchierare con le amiche.
Ciò che non sa è che la signora Pedretti anche questa mattina ha posato il suo sguardo su di lui: ormai resterebbe delusa se non lo vedesse.
Il signor Croda e la signora Pedretti non si sono più parlati direttamente dal giorno in cui, mentre il signor Croda cercava in farmacia un integratore per le difese immunitarie, ha sentito una delle amiche della signora Pedretti che la derideva: “quel poveraccio le è andato incontro con una margherita, e lei ha avuto il coraggio di accettarla, così, come niente, senza mostrare un briciolo di vergogna.”
“Si rende davvero ridicola” era stata la replica della farmacista, prima di arrossire nel vederlo spuntare da dietro lo scaffale per guadagnare l’uscita.
Il sig. Croda non vuole mettere in imbarazzo la signora Pedretti.
Il sig. Croda non vuole mettere in imbarazzo nessuno.
Il sig. Croda anche questa mattina nasconde dietro gli occhiali scuri il suo rammarico: ormai è emotivamente stremato dai giudizi della gente.
La signora Pedretti anche questa mattina vorrebbe dirigersi verso il signor Croda per salutarlo: ormai è chiaro che lui si mantiene volutamente a distanza, ma non ne capisce il motivo.

Racconto di Keep Calm & Drink Coffee

82 pensieri riguardo “Il motivo

  1. Questo racconto è particolarmente nelle mie corde, in primo per il tipo di prosa, molto asciutta, moderna e con quella nuance più sudamericana che italiana, alla Saramago per intenderci, quindi moderna e minimalista e con quella vena di tristezza nei personaggi che ricorda l’umanità travagliata dei characters dei film di Almodovar, ma senza alcuna intenzione o tono o colore della melodrammatica del noto regista, anzi quasi brutale nella negazione di felicità, come un assoluto.
    Croda l’ho sentito vivo e l’ho immaginato anche per come era vestito, così come per la farmacia vecchio stile (geniale questa sorta di sostituto della vecchia parrucchieria come luogo di pettegolezzi), mentre mi è rimasta più nell’ombra la signora Pedretti, verosimilmente ancora nelle pieghe di un racconto forse più lungo ma dal medesimo esito senza illusione di felicità.
    Un gran racconto, di cui avrei letto tanto ancora, chapeau.

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    1. Ti ringrazio davvero tanto.
      Sicuramente io non avrei saputo spiegare così bene ma l’idea della “brutale negazione della felicità” è ciò che avevo in testa, in mezzo alla mia confusione, che ha nascosto la signora Pedretti in quell’ombra ideale dove rintanarsi, a torto, in effetti.
      E se l’umanità travagliata è emersa sono contenta seppur con l’asciutto distacco e con l’illusione che l’assoluto possa smettere di perpetrarsi.

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      1. C’è poi nel tuo racconto anche una splendida cifra stilistica, che suona cristallina come una nota in sincronia con il proprio diapason, che però possono cogliere solo coloro che ti seguono e ti apprezzano ed ovviamente quella cifra è il caffè, che viene versato in automatico da Susanna e che, malgrado l’ambientazione italianissima di provincia ricca e borghese, in qualche modo (non spiegabile con la razionalità ma solo con l’empatia) ricorda la cameriera della caffetteria di Toshikazu Kawaguchi…
        Ho molto apprezzato l’accordo musicale tra il tuo testo e l’altro, come dicevo, non narrativo ma solo empatico

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      2. GRAZIE GRAZIE GRAZIE davvero.
        Hai proprio letto oltre le righe.
        Sì: sono piccole particelle che assumono rilievo forse nel sottotesto oppure liberamente rimangono ininfluenti. Trovo che sia bello se ognuno legge a modo proprio.
        Se però mi parli di “accordo musicale” sono felice!!

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  2. Di fatto
    Capita a troppi e troppo spesso di negarsi un briciolo di gioia…
    Complimenti
    Mi piace il tuo modo di raccontare,dritto al punto e lasciandoci La Domanda fatidica alla fine…
    Riuscirà il nostro eroe a fanculizzare la farmacista pettegola e stronzamente cattiva e correre incontro alla sua Signora per tramortirla di baci?
    👏👏👏👏👏👏👏

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  3. Ciao, desidero dirti che mi piace molto il tuo racconto. Chissà quanti Sigg.ri Croda e Sigg.re Pedretti esistono al mondo!
    Complimenti davvero!

    Ho conosciuto il Sig. Pedreschi, visto che ami le parole crociate, un tipo davvero simpatico. Prese lezioni di computer da mio fratello, fu il suo primo alunno. Sono ancora amici!

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    1. Valy!! La tua associazione di pensiero è fantastica! Sei un genio! E infiniti complimenti anche a tuo fratello! WOW!
      Pedreschi!
      Ti ringrazio infinitamente e sono davvero contenta che il racconto ti sia piaciuto, hai ragione: probabilmente al mondo esistono molti sig. Croda e sig.re Pedretti.
      GRAZIE GRAZIE GRAZIE!

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      1. Ti ringrazio infinitamente, tra l’altro il Sig. Pedreschi è simpaticissimo. Quando veniva casa, mio fratello non era ancora sposato, purtroppo, io di rito portavo il caffè ☕️ al Sig. Pedreschi che in toscano mi diceva: ” Valeria, sei gentilissima, il caffè ☕️ un me lo gira nemmeno la mi moglie!” Io conoscevo chiaramente la quantità di zucchero e ridevo sempre di gusto quando ogni volta mi diceva così.
        Poi sentirlo parlare era uno spasso, considera che ho origini toscane e romane da parte di mamma e papà è abruzzese, importato dal Portugal! Questo l’ho aggiunto io che sono un po’ scema.
        Ti lascio una chicca di Pedreschi. Mezzo minuto di raccoglimento, dieci lettere!
        Grazie ☺️ per la tua risposta che mi ha reso felice 😃
        Ancora complimenti e buona giornata!

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      2. Valeria questo tuo racconto è sicuramente più bello del mio!!
        La frase in toscano che ovviamente ricorderai per sempre, è iconica direi!
        E adoro questo tua cortesia di portare il caffè ❤
        Per non parlare del mix di origini diverse che per me è un valore aggiunto!
        Mia mamma era lombarda ma la mia bisnonna tedesca. Mio papà invece era veneto.
        Per la chicca intanto ti mando un bacio GRANDE GRANDE GRANDE perché ovviamente gli indovinelli mi piacciono da morire … ma … quanto tempo ho per rispondere? Almeno mezzo minuto … ?! 🙂

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      3. Tutto il tempo che vuoi, ma figurati, io volevo solo farti ridere, grazie di vero cuore ❤️
        Posso sapere il tuo nome?
        Vorrei votare per te, come si fa?
        Credo di aver commentato tutti, ma non ne sono sicura.
        Per certo posso dirti che nelle mie vene sgorga sangue importante di combattenti, un giorno, se vuoi, ti racconterò.
        Grazie infinite e buona giornata! ☺️ Un caro abbraccio 🥰 ❤

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      4. Mi chiamo Claudia.
        GRAZIE davvero di cuore!! Io sono felice già anche solo per il pensiero!
        Assolutamente sì!! Mi farà molto molto piacere scoprire la storia del tuo sangue da combattente. Ho molto a cuore le radici, le nonne, le tradizioni, le abitudini, le attitudini, le persone che hanno contribuito a far sì che noi siamo come siamo ora.
        Mi prendo tutto il tuo abbraccio e contraccambio!
        GRAZIE infinite a te! ❤

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      5. Piacere Claudia.
        Anche io ho molto a cuore le mie radici. Purtroppo i nonni mi sono mancati, due non li ho conosciuti, una è morta che io ero molto piccola, ho ricordi molto vaghi, ma non di lei. Uno non l’ha conosciuto nemmeno mia madre e gli altri due li ho persi presto. Ho sempre immaginato che da grande avrei potuto godermeli e andare a far loro visita per raccontargli di me, della mia vita. Sono molto orgogliosa di tutti loro, sono stati molto coraggiosi.
        Grazie del tuo abbraccio, buona serata Claudia! ❤
        È molto bello parlare con te! 🥰

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      6. Mi dispiace moltissimo, credimi.
        Io li ho conosciuti tutti e quattro. Ho perso il nonno nato in Germania quando avevo cinque anni. Lui diceva sempre che, non appena sarebbe stato in pensione, mi avrebbe insegnato il tedesco, perché faceva i turni di notte e dunque durante il giorno aveva anche bisogno di riposare.
        Lavorava ancora quando si è ammalato, e purtroppo questo nostro desiderio reciproco non ha mai potuto avverarsi.
        La nonna è morta quando avevo quattordici anni.
        L’altra nonna invece è vissuta tanto a lungo da poter diventare anche nonna bis. Io ho perso mia mamma presto, per cui avevo ancora la nonna ma non avevo più la mamma.
        Mi dispiace davvero che tu non possa andare dai tuoi nonni a raccontare di te, ma loro sono nei tuoi racconti, perché sono parte di te, sempre.
        E nell’aggettivo che hai usato: coraggiosi, c’è la storia, c’è la vostra storia, c’è la vita.
        Anche per me è davvero un piacere Valy!
        GRAZIE di cuore!

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      7. Mi dispiace tantissimo per la tua mamma, cara Claudia e per i tuoi nonni, meno male che hai avuto al tuo fianco la nonna.
        Credo che la famiglia sia il bene più prezioso, ma sono convinta che nella nostra vita ci sia spazio per legami altrettanto profondi, credo molto nell’amicizia, gli amici sono la famiglia che ci scegliamo e credo nell’amore.
        Sono davvero felice 😃 di averti incontrata, sono convinta che ci faremo delle bellissime scorpacciate di chiacchiere!
        Ti abbraccio forte, buona giornata! 😃🥰🤗❤

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      8. Le scorpacciate di chiacchiere sono tra le cose che preferisco in assoluto!! ❤ ❤ ❤
        Anche io sono davvero felice e trovo che tu abbia una grande sensibilità. Hai ragione: nella vita l'amicizia e l'amore sono importantissimi. Anche per me la famiglia è un bene prezioso e sono d'accordo sul fatto che non necessariamente debba andare di pari passo con il legame di sangue. Famiglia è anche ciò che costruiamo nel cammino della nostra vita.
        Mi prendo tutto il tuo abbraccio: oggi ne ho particolarmente bisogno ❤ e ti ringrazio di nuovo tanto ma tanto!

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      9. Ho sempre un abbraccio in serbo pronto per te! Ti abbraccio forte forte ❤
        Ci sono ogni volta che vuoi!
        Mi dispiace perché ho percepito che stai affrontando un momento doloroso. Fanno parte della vita, poi passano, anche io sto combattendo con situazioni difficili, non ti chiedo nulla. Sono con te. Un grande abbraccio 🤗 di incoraggiamento cara Claudia! ❤ ❤ ❤

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      10. Apprezzo moltissimo la tua comprensione immediata e così densa di sensibilità e te ne sono davvero grata! ❤
        Hai ragione: i brutti momenti fanno parte della vita.
        Allo stesso modo contraccambio l'abbraccio per le tue situazioni difficili.
        Proporrei di fare un po' come nella canzone "stringiamoci più forte ancora, teniamoci vicino al cuore." ❤

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  4. Molto bello, semplice ma efficace nel suo significato. Mi piace moltissimo la ripetizione (Il signor Croda… Il signor Croda…): è una figura retorica ma non ricordo come si chiama, e rende benissimo l’idea di una cosa che si fa e si rifà per abitudine. Mi piace molto lo stile asciutto e anche la morale.

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  5. Come ringraziare abbastanza?
    Io ho seguito con interesse i vostri racconti appassionandomi, dunque vi lascio immaginare quanto io possa essere felice che questo piccolissimissimo racconto in confronto, vi sia comunque piaciuto.
    GRAZIE davvero!

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  6. [Ho scritto questo commento identico sia sotto al racconto di Silvia che quello di Claudia]

    Non importa quanto grande o prestigioso sia il concorso e nemmeno quanti partecipanti abbia o se sia previsto un gettone di presenza per il lavoro svolto (a volte lo è), ma è comunque un fatto per me da sempre indiscutibile che esista una responsabilità ed un impegno che ci si deve assumere quando si svolge il ruolo di giurato.

    Questo ruolo comporta fare scelte difficili e persino dolorose, specie se chi si è chiamati a giudicare sono come in questo caso due persone entrambe colleghe e soprattutto entrambe creatrici di contenuto per le quali si prova stima e persino affetto.

    Non di meno, la cosa più vigliacca e meno utile è senza dubbio quella di non fare scelte o peggio nascondersi dietro un velo e “scegliere di non scegliere”, mentre io oggi lo faccio e non solo affermo di aver scelto il racconto di Silvia, ma vorrei anche scrivere la motivazione della mia preferenza, cosa non richiesta da nessuno, ma che a mio avviso le due concorrenti hanno il dovere di conoscere.

    Per le regole fissate dal padrone di casa, tale mia motivazione non potrebbe mai apparire nello spazio commenti del post appositamente dedicato al voto da Gregoroni (dove ci si dovrebbe limitare alla dichiarazione di voto) e per questo la scrivo qui, incollando il mio testo in modo identico anche nello spazio dedicato all’altro racconto concorrente, affinché sia Silvia che Claudia possano conoscere, con parole non ruffiane, il perché della mia preferenza.

    Ho trovato entrambi i racconti scritti in modo impeccabile, per lo meno a livello proprio grammaticale, di punteggiatura e di sintassi (quindi meramente tecnico), ma anche con il giusto ritmo, entrambi fluenti ed immaginifici, ma mentre il racconto di Claudia aveva a mio modesto giudizio una marcia in più come consapevolezza narrativa (una scrittura più figlia di altra letteratura europea e latina) non ha di contro presentato (per scelta dell’autrice) una conclusione forte quanto invece è stata quella di Silvia, che di contro ha scritto un pezzo che, pur impeccabile tecnicamente, ha rischiato nella prima parte di scivolare verso un apologo morale, per poi invece nel finale sfoderare una freschezza immaginifica (persino sonora) che ha spinto il lettore a chiudere anche dentro di se tutti o fili logici aperti.

    Insomma, il racconto di Claudia mi è apparso una splendida promessa per qualcosa che poteva condurmi come lettore in un territorio di scambi interpersonali ricchi di sfumature, dribblando tra le ipocrisie borghesi e le piccole terribili schiavitú di chi sceglie di sottostare al giudizio altrui (annullando se stesso per assomigliare a come gli altri ci vorrebbero dipinti), scritto da chi padroneggia in serenità la letteratura ma non un vero racconto breve e più una sorta di potente tranche de vie; viceversa, il racconto di Silvia mi ha meno sorpreso narrativamente (perché ha presentato sin da subito la sua anima enunciando in modo chiaro dove voleva andare a parare), ma al contempo è stato costruito con una compattezza stilistica che conduce il lettore dalla prima all’ultima parola, accarezzandolo fino al finale, come non capita spesso di leggere in giro.

    Con queste mie parole, invece di ingraziarmi sia la concorrente da me scelta che l’altra, penso, ahimè, di essere riuscito nell’impresa opposta ed ovvero di essere riuscito ad intristire entrambe, depotenziando una vittoria e frustrando un complimento, ma tant’è!
    Alla lunga la sincerità paga sempre (spero!).

    Complimenti ad entrambe ed un abbraccio ed un bacio in fronte a tutte e due!

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    1. Prima di tutto: GRAZIE!!
      Io non sono minimamente intristita, al contrario: sono felicissima!
      Tanto quanto sono assolutamente e totalmente d’accordo sul voto a Silvia sottoscrivendo tutta la linea.
      Appena ho letto la sua immagine di rottura delle gabbie con un abbraccio, così come ha saputo descriverla, me ne sono innamorata.
      Quello di Silvia è un vero racconto che emoziona e invia un messaggio fortissimo.
      A prescindere da tutto, sono felice già soltanto per lo scambio che Gianni mi permette di avere attraverso questa finestra, sono felice per tutto il tempo dedicato a me, per i pensieri, per le parole.
      L’ho già detto grazie, vero!?
      Però GRAZIE!

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      1. Beh, che dire, sono molto, molto toccato dalle tue parole, non solo per l’evidente mancanza di arroganza e supponenza, ma per il tuo ringraziarmi per parole che invece pensavo avrebbero potuto indispettirti: non hai idea, Claudia, di come, anche nella mia microscopica esperienza in campo editoriale, io venga aggredito quando mi permetto anche solo di correggere errori di battitura o di consecutio temporum (cosa per cui mi pagherebbero anche tra l’altro e che non faccio per volontà di criticare), ma è nulla quando poi mi capita di rispondere a chi mi chiede un opinione sincera su uno scritto, dove entrano in campo fattori personalissimi e dove anche le mie certezze vacillano…
        Prima di te, mi è capitato solo una volta di conoscere una persona che mi avesse chiesto un giudizio sincero su un testo scritto da una persona a cui teneva moltissimo e che mi ringraziò di cuore dopo che io ebbi appunto in sincerità elencato i punti negativi, non pochi, dal punto di vista con positivo: quella persona era Silvia e da allora siamo diventati amici.
        Ma appunto era un’eccezione, almeno fino ad oggi.
        Quando partecipai al concorso (sempre di Gregoroni) del Crom Award scrissi un racconto che alla fine lasciava tante promesse e non chiudeva fili, ma per me era perfetto così! Insomma, rileggendolo insieme agli altri avevo notato che tutti terminavano ed il mio sembrava l’incipit di un romanzo o di un racconto lungo, ma non lo volli cambiare, perché io pensavo e lo penso tuttora che andasse bene così, come tu hai fatto con il tuo: il mio racconto non vinse mentre fu scelto per acclamazione popolare un altro pezzo che io stesso reputavo e reputo ancora oggi decisamente più bello del mio, quindi fui felice!!
        Questione di scelte ed una volta tolti dal campo gli errori (tipo, Obi Wan Kenobi deve passare attraverso uno sbarramento di un posto di blocco chiuso da dei fasci laser e dopo una battaglia in cui stermina i nemici con l’aiuto di un’alleata inaspettata, un’inquadratura dall’alto mostra come in realtà si poteva girare attorno allo sbarramento senza problemi perché c’era lo spazio a destra e sinistra… Questo è un errore e non una scelta), ciò che resta è davvero l’impalpabile materia di cui sono fatti i sogni…
        GrazIe di cuore per le tue parole che non fanno altro che accrescere la stima che avevo in te.

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      2. A parte il fatto che sono basitissima dopo aver letto che le persone se la prendono per i tuoi consigli, sono ancora più onorata per questa similitudine con Silvia perché anche io la ammiro moltissimo.
        So benissimo di avere da imparare e poi da imparare, dopodiché da imparare.
        Non ho studiato, cioè: la mia scuola superiore era più focalizzata su altro, e non sono andata all’università, cosa che rimpiango all’infinito, per cui mi rendo conto benissimo di non avere gli strumenti.
        Ogni volta che rileggo qualcosa che ho scritto, correggo, e in realtà è come se vedessi solo lo sbarramento di Obi Wan. Non ho la vista dall’alto, non ho lo sguardo d’insieme.
        Per questo per me sono importantissimi il confronto, l’interazione, lo scambio, perché possono soltanto arricchirmi.
        Dico sul serio: GRAZIE!

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      3. La buona notizia è che, grazie alla manutenzione straordinaria fatta tramite Askimet da te e da Silvia, I tuoi commenti non vanno più a finire nello spam!
        La brutta notizia, invece, che peraltro non è assolutamente una novità, è che invece il mio cervello continua regolarmente ad andare nella cartella dello spam e da lì non riesco a recuperarlo con immediatezza, se non ogni tanto, con un colpo di reni poderoso con cui mi scuoto, accorgendomi di ciò che mi sono perso…
        Tipo questa tua risposta.
        Grazie, stima ed affetto in allegato…

        Passo ad altro…

        Se posso, ti chiedo un po’ di info su di te, con il sistema della reciprocità ovvero io dico una cosa su di me inerente all’oggetto della domanda e tu se vorrai dirai una cosa su di te sempre su quell’argomento…

        1. Lingue Straniere

        Mi è sembrato che tu abbia particolare dimistichezza con le lingue straniere in particolare con l’inglese perciò mi piacerebbe saperne di più sul tuo livello di comprensione di un testo scritto o di un film estero…

        Io non posso dire di avere studi specifici sull’argomento (l’inglese del liceo è ridicolo): tutto quello che so l’ho imparato soltanto viaggiando all’estero (quando accompagnavo insieme a mia moglie mio figlio alle partite internazionali di ultimate frisbee), lavorando (da semplice venditore off line ero passato a dirigere il settore di vendite Internet e di acquisti via web per la fumetteria / casa editrice per cui ho lavorato prima di un rocambolesco fallimento che ci ha schiacciato tutti noi soci) e soprattutto guardando tonnellate di film e di serie tv e di filmati (interviste, dietro le quinte, etc.) in originale con i sottotitoli in italiano

        2. Piattaforme di visione e reperibilità

        Non sono ricco, tutt’altro: da quando sono rimasto orfano me la sono sempre dovuta cavare da solo, facendo gli studi e lavorando assieme e dopo un periodo stellare di benessere (quando la fumetteria andava ultra-bene ed i soldi giravano) sono piombato in un girone dantesco di diificoltà in cui “tirare la cinghia” è filosofia di vita standard da anni.
        Tuttavia ai sogni non si rinuncia: così come Charles Bukowski, a coloro che gli dicevano che non avevano tempo per leggere libri dato che dovevano lavorare per vivere, rispondeva sempre che lui si era letto tutti i classici russi tenendo i libri con una mano e con l’altra passando lo spazzolone sul pavimento dei cessi della stazione, finché non era diventato famoso, allo stesso modo io mi sono attrezzato per avere più piattaforme possibili (e senza pulire cessi!): vedo Netflix usando le credenziali in comune con mio figlio e la sua ragazza, Prime Video a metà con mio figlio ed un suo amico, Disney+ e Fox e HBO me li faccio scaricare da amici appassionati come me (mai sotto i 2K perché odio vedere e sentire ad un livello qualitativo troppo distante dall’originale), gli anime infine li vedo su Crunchyroll Premium (con le credenziali della ditta per cui inserisco online i gadget ed i giocattoli asiatici d’importazione) oppure gratis su AnimeFanSub e altri…
        E tu?

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      4. Se il tuo cervello va in spam, il mio non so nemmeno come definirlo … figurati, io arranco sempre su tutto!!
        Sparaflashato. Ecco.
        Io ADORO le lingue!!
        Il mio sogno era studiare lingue orientali, per dirti …. ma come dici anche tu le cose non vanno esattamente come vorremmo, e nemmeno in linea retta …
        Ai miei tempi l’unico liceo linguistico era a Novara, ma PRIVATO e non me la sono sentita di chiedere ai miei genitori quello che era un esborso importante. Correggendo il tiro, l’opportunità linguistica più accessibile era Perito Aziendale e Corrispondente in Lingue Estere, scuola che ormai non esiste più, anche in quello appartengo ad una categoria in via di estinzione.
        Seconda complicazione: alle scuole medie del mio paese c’era una sola cattedra di inglese e due di francese e indovina per cosa sono stata sorteggiata? Francese, ovvio.
        Questo mia ha vincolata: la prima lingua rimaneva obbligatoria. Io avrei voluto studiare tedesco, ma avrei avuto francese e tedesco ed è inutile spiegare che non si poteva e non si può pensare di rinunciare all’inglese (che nel frattempo avevo iniziato frequentando un corso gratuito comunale).
        Tu mi dirai: perché il tedesco?
        Perché la mia bisnonna era tedesca. Anche mio nonno è nato a Trier e mi diceva sempre che non appena in pensione, mi avrebbe insegnato (faceva i turni di notte) ma un tumore se lo è portavo via prima che potesse finire il suo lavoro. Io avevo cinque anni.
        Alle superiori mi sono iscritta ai corsi pomeridiani per tedesco ma capirai cosa posso aver imparato …
        Anche per quanto riguarda l’inglese nonostante avessimo due diverse insegnanti: quella ufficiale e quella di conversazione, che tra l’altro era californiana, per cui ti lascio immaginare la pronuncia, non è che si potesse arrivare a livelli significativi.
        Per cui ho provato a imparare in qualsiasi modo possibile: come dicevi tu film. Anche se i DVD multilingue non esistevano ancora e dunque mi compravo le videocassette della English Movie Collection. Musica, cercando di trovare i testi, perché non esisteva ancora nemmeno internet. Ma soprattutto lettere. Scambi di lettere con tantissime ragazze in tutto il mondo. Poi ovviamente libri. E continuo tutt’ora perché non sono mai andata all’estero, salvo in Francia dove ovviamente non ho mai usato l’inglese.
        Ecco, penso di avertele “sfrantecate” a sufficienza con la storia della mia vita …
        Riguardo alle piattaforme, diciamo che noi le attiviamo un po’ a singhiozzo, cercando di seguire le cose che ci appassionano ma non abbiamo nulla di veramente fisso.
        Mi dispiace moltissimo per la perdita dei tuoi genitori. Un abbraccio.
        Non li ho più nemmeno io, mia madre è morta a 54 anni, ma non ero più una ragazzina, anche se mi manca da morire.
        E mi dispiace moltissimo anche per la cattiva sorte della tua attività.
        La vita è spesso ingiusta.

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      5. Chapeau per la bellissima risposta!
        Non avrei potuto desiderare di meglio… Una mole di informazioni che ci siamo reciprocamente scambiati e soprattutto non a senso unico!!
        C’è stato un momento, mentre scrivevo io e mentre leggevo la tua risposta, che mi ha ricordato la classica scena dei serial e dei film statunitensi in cui una ragazza chiede al ragazzo «obbligo o verità»…
        Bello…
        Le lingue, i casi della vita… Li hai descritti in velocità (mio figlio avrebbe detto “in fast” con quel linguaggio mezzo americano e mezzo italiano) ma con le cadenze del romanzo… Bello, bello…
        Se non ti scoccia, mandami una tua mail sulla mia personale (cherin.paolo@gmail.con) che ti mando al volo il link per scaricarti la prima puntata (in un dignitosissimo 2K da 2 giga e 40) di Ms Marvel appena uscito questo Mercoledì su Disney+
        Bye

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      6. In fast è bellissimo.
        GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
        Scocciarmi!? Assolutamente no! Casomai sono davvero molto grata per il pensiero!
        In questo caso abbiamo già visto la puntata, a fine anno scolastico, stavolta uso io un modo di dire di mio figlio “ci sta” 🙂 😉

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      7. Ottimo!
        Non so tu, ma io l’ho trovata semplicissima, leggera, ma anche tanto tanto adorabile!
        Penso sia una delle cose più “fresche” prodotte da Disney per il mercato adolescenziale…

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