Fantasia, vivere e rivivere
Ovvero quali strade seguire nell’economia di un racconto e\o di un libro, dopo la morte dei personaggi.
Uno dei temi interessanti affrontati nel fantastico mondo della fantascienza e del fantasy è la resurrezione.
Per lo scrittore è l’escamotage, ottimo, da usare quando dispiace avere eliminato un personaggio, oppure il sistema per stupire, prima, il lettore e poi ridargli l’amato personaggio, dopo.
A quel punto il dilemma è: si è resuscitata anche la coscienza? Ovvero, il rinato è sempre lui, oppure è un nuovo individuo che ne replica soltanto gli schemi mentali e ne condivide i ricordi?
La domanda implica un ragionamento. Se il personaggio X venisse prima eliminato, poi resuscitato, come si potrebbe essere sicuri che non si tratti di un clone che crede di essere il precedente individuo?
Lui stesso, in buona fede, non potrebbe essere certo di essere sé! Anche se lo pensasse non avrebbe alcun elemento, perché la coscienza di sé è innata! A meno che, la coscienza potesse esistere al di fuori dello stato fisico (anima?).
Spiego: ipotizziamo che un individuo, un personaggio, a un certo punto nella trama si prenda una badilata in testa, o un mortale veleno e deceda, quali sono i possibili casi che si troverebbe davanti? Potrebbe, dopo arcano incantesimo, risorgere in un nuovo corpo, oppure rientrare nel proprio, perfino ritornare a uno stadio precedente (rinascita vera e propria).
Risvegliandosi continuerebbe a pensare e magari potrebbe avere perfino gli stessi ricordi, perfino il ricordo della propria dipartita, ma potrebbe essere sicuro dell’essere lui la continuazione della precedente vita, e non già una sua rinascita? E quindi come si potrebbe avere la certezza di non essere un nuovo individuo, o per dirla in termini terra terra, un a copia e non un ripristino?
La certezza non l’avrebbe – e non l’avrebbe il lettore.
Sarebbe diverso se la sua coscienza rimanesse in una sorta di stato vigile (viaggio extracorporeo, fusione in un tutt’uno mistico, quel che si vuole) e, una volta trovato un nuovo contenitore, fluisse in esso.
E quindi cosa potrebbe pensare, una volta scoperta una simile possibilità? Cioè una continuità diversa da quella fisica.
E come usare queste due strade in un racconto o in un romanzo?
Boh, qualche tempo fa ho usato la strada uno, o forse la due, chissà? Interpretazione libera.
L’ho scritto ne [La rinascita] se vi va di leggere.
Attenzione, si sta sempre parlando di ipotesi fantasy\fantascientifiche, quel what if insito in questi casi.
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