Ovvero il fante di picche
Acquistato nuovo ma a sconto, prelevato dallo scaffale del grande magazzino, oppure ricevuto in regalo a Natale, l’aspiratore portatile fa la sua prima comparsa un mattino freddo (ma non troppo) e subito palesa le sue qualità.
Il tavolo è pieno di briciole di una colazione di festa: panettone, biscotti al cacao, pasticcini, perfino qualche pizzetta e una focaccia al prosciutto, hanno lasciato tracce del loro essere state lì, sul tavolo.
La batteria dell’attrezzo è carica, il led indica lo stato di ready, si schiaccia il bottone e… un tenue vvvvv si ode nell’aria, un flebile risucchio si palesa alla bocca d’anatra del potente (si fa per dire) aspiratore, ma le briciole non si muovono. Le briciole restano sul tavolo, per nulla smosse da affetto per l’aspiratore, per nulla convinte dal flusso canalizzatore inesistente, a seguire il percorso verso l’interno dell’elettrodomestico.
Attimi di perplessità, dubbi di avere settato la modalità giusta, ma niente, i risultati tardano, nessun granello di pastafrolla si è avvicinato al suo destino di finir catturato.
Dopo pochi secondi l’oggetto viene spento, si toglie a sacco la tovaglia e la si scuote a terra, dove ramazza e paletta fanno il loro duro e sporco (ma efficace) lavoro di raccolta.
L’aspiratore? Ancora intonso e certo senza traccia di briciole nel suo capace contenitore interno, finirà tra i “regali potenziali per altri”. C’è sempre un aspiratore portatile che vi ritorna dai regali degli altri, un po’ come il fante di picche in certi giochi di carte.
(in realtà gli aspiratori post 2018 funzionano molto meglio, ma si sa, i fanti di picche girano da tempo)