Appena oltre la follia


Appena oltre la follia

Dicono che non ci sono con la testa e forse hanno ragione, ma per la ragione opposta a ciò che dicono. Non è il salire al tetto la mia follia, è lo starmene quieto come non ci fosse nulla per cui valga la pena. Ed è una pena starmene in poltrona, pantofole e giornale, eppure mi trattengo, tengo a bada il lupo e il pavone, fremo e sorrido. Hai preso le pastiglie, caro?domanda di rito bizantino ripetuta ogni due ore, come un LP rigato che s’incaglia sempre sul medesimo solco. Annuisco e mostro l’occhio vacuo, sai i bassethound, destino da mansueti ma in cuor loro ti azzannerebbero alla gola.
Sapessi l’energia che accumulo a star fermo, mille lampadine intermittenti in testa, una frenesia tenuta in gabbia. Se non ci fossero le notti di luna e vento ci sarebbe da impazzire, sarebbe un’esplosione nucleare.
Anche se dormo, sento che s’alza l’aria, un’attrazione irresistibile. Scivolo fuori dal letto, salgo in solaio, mi spoglio e spalanco il lucernaio.
Mi accovaccio nudo sulle tegole, le piume e il pelo a proteggermi dal freddo, aspetto che il vento monti, come il surfista aspetta l’onda giusta.
E quando il vento fischia e piega i rami, quello è il momento.
Allora urlo.
Uhhuhuu
La coda ferma, la ruota chiusa, allungo il collo a modulare il suono, a renderlo potente e lungo.
Cavalco l’aria, le vado incontro. Respiro libertà.
È un pianto, un canto, un gloria in excelsis, un crescendo come una controvoce.
Uhhuhuu.
Il vento mi sferza, ringhia tra le foglie, ribatte colpo su colpo, urla a sua volta, incattivisce, scuote le piante a spaventarmi. Non cedo, trovo altra aria nei polmoni, ululo alla luna e al buio
Uhhuhuuu
Poi, come è iniziato, il vento di colpo tace.
Lo guardo che s’acquieta sulle querce assieme alle cornacchie.
Il duello è finito.
Lo saluto con un cenno, come si fa con un amico dopo una bella sfida.
Quindi mi calo nella botola del tetto come in un sommergibile.
Torno al letto, libero dai demoni.


Racconto di massimolegnani.

 

13 pensieri riguardo “Appena oltre la follia

  1. credo ci voglia uno sforzo di immaginazione e immedesimazione per entrare nella testa del protagonista che ondeggia tra momenti di lucidità e altri di vaneggiamenti come questo bisogno di confrontarsi con la natura, lui stesso, pur non perdendo coscienza di sè, sente di essere anche lupo e pavone. E’ in questa triplice veste, di uomo, di lupo e di pavone, che ingaggia la battaglia contro il vento.
    Insomma, una follia 🙂
    ml

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  2. A mente fresca è sempre meglio, un viaggio nel conscio e nell’inconscio, in fondo molti si riconoscono in un’animale, il mio “spirito guida” è il lupo 😉
    Un modo per ricaricarsi e poter affrontare i dogmi e i vincoli di una realtà spesso troppo pesante.
    Bello, fantasioso….ma poi forse nemmeno tanto 🙂

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  3. L’ho riletto più volte in giorni diversi. E’ un racconto che in prima battuta mi aveva lasciato perplesso. L’ho riletto ancora: per quanto di mio non ami la soluzione di stile “licantropa” (ma e’ un fatto puramente personale) ho visto delle belle immagini: mi piace l’incipit è ciò che segue immediatamente dopo; mi piace la metafora del vinile che s’incaglia sempre sul medesimo solco; mi piacciono le parole riguardo al vento (sferza, ringhia, ecc). E mi piace l’immagine finale: a “duello finito” il calarsi nella botola “come fosse un sommergibile”.

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  4. Mi è piaciuto molto, è un racconto che evoca delle immagini nitide e ben descritte. La sensazione è quella di essere spettatori all’interno del racconto, di essere la mosca sul muro che tutto vede e capisce. Potrebbe essere (o diventare) un animated short film!

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  5. Sto rileggendo tutti i racconti proposti, per non esprimere giudizi affrettati…. questo rivela la vena di Massimo in pieno. Ci parla di quella follia che spesso si annida nei nostri pensieri, che cerca di uscire soprattutto di notte, quando tutto è come sospeso, e quasi irreale. E i nostri tentativi per tenere a bada la bestia….

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