Eighties


Eighties

Non so che ne sarà di questo mondo, ma io l’ho vissuto.
Quello vero, però, mica quello fatto di bit.
Quello in cui cammini e hai male ai piedi, tocchi la terra e ti ritrovi con le unghie nere.
Quello in cui le praterie di libertà erano vaste.
I messaggi erano solo quelli “in the bottle”, in caso di disperata richiesta di soccorso. Il resto erano parole dette, gridate, sputate dal ventre, verso un interlocutore fisico tanto quanto lo sono io.
Ci sbatti il grugno contro, mica click e non sei più raggiungibile.

All’inizio degli anni ottanta, ero in età da discoteca. La mia libertà correva sulle note di un intreccio di vinili. Ritmo, movimenti del mio corpo, sudore.
Al sesto giorno, lo stress dei precedenti cinque, si scioglieva. Al settimo, riposo, come ha voluto il buon Dio.
E nessuno che potesse rompere i coglioni.

Il web rende liberi, dicono. Facilita le comunicazioni, le informazioni, le localizzazioni.
Si certo, il web mi ha fottuto la libertà di farmi i cazzi miei.
Anni ottanta, la libertà di perdere la strada, di sbagliare, di non sapere.
Anni ottanta, l’imperfezione di quei fruscii della puntina su un solco, musica umana, ma chi lo vuole il vostro mondo perfetto?
Venti venti, la prigionia è iniziata.


Racconto di Alessandra 1303.

10 pensieri riguardo “Eighties

  1. Ho un ricordo simile, a parte i vinili, degli anni ’90. E pensare che avevo la sensazione che non dovessero finire mai! Ero proprio un’adolescente. Poi sono finiti e mi sono ritrovata nell’età adulta. L’età era adulta, io più o meno…

    Piace a 3 people

Lascia un commento