Ausiliari nel 2024 e terze persone…

Leggendo in giro: terza persona, verbi ausiliari essere e avere, i verbi di questo secolo, è evidente. Nemmeno un avverbio probabilmente perché i manuali lo sconsigliano. Mai far parlare troppo, meglio botta e risposta tra personaggi, ben definiti, con due massimo tre caratteristiche, tratti distintivi per gattini. Quanti personaggi? Dieci è già troppo?
Su tutto ci si concentra su un passato oscuro, tutti i personaggi con un passato oscuro? Anche questo segno dei tempi? Profonde ferite che affondano fino all’osso di soggetti caratterizzati da tratti distintivi specifici, ciascuno con un passato torbido o comunque cupo.
Del resto tra camionisti con specifici tatuaggi e barbe, riparatori di auto con capelli strani e riconoscibili e detective che si svegliano nel cuore della notte perché ricordano un trauma infantile, non si può essere da meno.
Che le serie, finzione o pseudo realtà abbiano contaminato tutto? Ci sta. Che sia tutto figlio di statistiche e di tentativo di coinvolgere in prima persona chi fruisce, cercando quindi di creare immedesimazione diretta?

Quanti investigatori hanno subito violenze, perso congiunti in uno scontro a fuoco, assassinato per errore un innocente, e quante auto degli anni ’30 puoi mai elettrificare e trasformare in fenomeni da sfilata allegorica, fingendo di litigare col carrozziere di turno perché ha lasciato acceso il saldatore e quanti gamberi puoi arrostire arrivando alla cottura perfetta per il rotto della cuffia dopo che si è ribaltato il camion che li consegnava, prima che sembri tutto una gran vaccata?

Che bello quando il passato oscuro erano solo le conserve con un po’ di melanzana e cavolo nero…

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