Uno degli immancabili oggetti di lettura del tempo che fu, furono i libri game. Li ricodate?
So che nessuno ammetterà di averli trovati divertenti, come nessuno dirà che si è immedesimato, temendo di venire giudicato “individuo dalle facili letture” anche perché, diciamocelo, erano quasi dei racconti da Dungeon Master o giù di lì, ovvero delle descrizioni di luoghi e situazioni tali da permettere una scelta al lettore\giocatore. Tuttavia erano anche un buon modo di passare qualche ora, anzi, alcune delle interminabili ore trascorse sotto l’ombrellone, quando si attendeva l’ok di mamma per entrare in acqua. Col libro game passavi alla svelta le interminabili tre ore da lasciare trascorrere, come pena per avere fatto merenda con la focaccia allo zucchero, un sottile strato di pastella fritta (credo) ricoperta da un velo di zuchero.
Altri tempi, ora si cena immersi in acqua nei locali più fighi, le mamme italiche non lo avrebbero mai permesso.
Torniamo al libro game, e alla domanda iniziale: li ricordate? E soprattutto ne avete mai scritto uno? Se non proprio un libro, almeno un racconto. E’ una curiosità estiva, nata dal post di Tersiteblog, non è colpa mia quindi, incolpate lei!
Li conosco ma non li ho mai letti, ma ricordo le storie a bivio su Topolino! 😀
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Oh, sì, quelle anche io! Deliziose! Segui gambadilegno nel covo o cerchi un’altra entrata? 😀
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Sii, quelle!! 😀 troppo belle 😂
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In uno dei più bei episodi della seconda stagione di Westworld (ovvero tutti quelli dal 6° al 10° ed ultimo), la protagonista assoluta della fiction, sia come eroe, sia come bussola morale e filosofica dello storytelling ovvero l’androide Dolores si rivolge a Bernard, l’altro robot suo compagno di viaggio verso la fine del mondo ed indicando il cloud dove tutti i robot dissidenti stanno riversando le loro coscienze (intese come insieme di ricordi e decisioni sovrastrutturali prese nelle loro varie vite) per fuggire dagli umani che li volevano eliminare per sempre e con cinismo dice: «Non stanno amnfdando verso la terra promessa, ma verso un’altra ennesima prigione dorata, dove pensano di essere lberi di fare scelte autonome ma anche la loro libertà è una creazione, un’illusione programmata affinché sembri tale»
Questo erano per me i libri-gioco, una metafora delle decisioni fintamente libere che un narratore prende quando decide le svolte della sua trama e che trovavo divertentissimi (non tutti, ovviamente) e di cui ho ancora una piccola collezione, con i loro bivi e le loro trasformazioni della storia operate in base alle decisioni: mi ricordo bene del mio modo scorretto di leggerli, tanto che io prima facevo una scelta, poi tornavo sui miei passi e riscrivevo la storia e mi regalavo una 25° ora facendo vivere la mio personaggio lo stesso momento ma con scelte diverse e mi chiedo ora se forse non sia questa la realtà in cui vive un’entità pentadimensionale, che non solo conosce ma vive davvero nello stesso istante tutte le scelte contemporaneamente, come il perosnaggio dello straordinario ed ingiustamente sottovalutato Mr. Nobody di Van Dormael e se tale entità esistesse davvero sarebbe dio, cioè, quel Dio.
Non sono mai stato esperto di libri gioco: compravo e leggevo solo quelli marcati come Librogame delle Edizioni EL, nelle varie collane: adoravo quelli della Gerald Lientz del gruppo di Sherlock Holmes, ho comprato anche qualcuno del gruppo di fantascienza delle Avventure Spaziali di Christopher Blake ed ovviamente qualche titolo dell’immancabile Lupo Solitario… Tra l’altro, in libreria li ho tutti!
Scritti? No, mai, né lo farei in nessun dove ed in nessun quando.
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Interessante, decisioni fintamente libere… Caspita hai colto uno degli aspetti di questo genere che ne limitava la diffusione dopo una certa età. O quantomeno per me fu così, perché non poter scegliere altro? Lupo solitario! Ah, che ricordi.
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Li hai ancora?
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Mmmm temo siano finiti di nipote in nipote e poi cassonettati o regalati…
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Da albero a foglia, da nipote a nipote, da libreria a cassonetto, è quasi poetico!
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Infatti! Il cerchio della scrittura.
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Ho avuto la fortuna di conoscerli, tra seri, scanzonati e via dicendo.
Quelli di Lupo Solitario avevano una prosa raffinatissima (specie in inglese: l’autore ha messo a disposizione, anni fa, l’intera collezione in un database, dovrebbe chiamarsi Project Aeon o qualcosa del genere, e per Android si trovano app che permettono di giocarli, legalmente e gratuitamente).
Carini anche quelli di Scegli la tua avventura (credo di Mondadori, in Italia): più semplici e brevi, ma c’erano bei racconti.
Scriverne? Ci ho pensato, ma sono più preso dai giochi di ruolo, come “narrativa interattiva”. Sul sito Librogame Land è possibile trovarne molti, anche recenti, più un programma che aiuta nella stesura e composizione di un librogame.
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Notizie interessanti, approfondirò
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Oddio si… Non me li ricordavo più… Che ricordo pazzesco
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Scava scava tutti ne abbiamo letti.
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Li comperavo ai miei figli e ricordo che li amavano molto, in casa ce n’era una bella collezione. Ma i miei figli non hanno mai atteso ore per andare in acqua, al mare 😉
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Una madre esemplare 😉
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Direi. I mie figli si sono sempre divertiti moltissimo, in acqua dalla mattina alla sera
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…certo se poi sulla spiaggia ti scofani 1 kg di pastasciutta alle cozze magari no… 😀
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Certo che no, solo frutta, pomodori e focaccia. Poi una bella cena
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Una cuoca rifinita
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Dobbiamo scriverne uno! Dai dai dai dai dai dai dai dai
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Ci sto a palla!! Yeah
Devo ancora mandarti il racconto thriller-fanta-fetish… ce la farò?
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Mai letti.
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In effetti sono un po’ da ragazzi, però …
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mai scritto uno
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…neanche immaginato? Nemmeno pensato a come integrare un libro dove tu non avresti fatto come il protagonista?
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in realtà ce n’è uno “La solitudine dei numeri primi”; a una prima parte molto bella e avvincente, oltre che interessante, ne corrisponde una seconda tutta da rifare
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Si vede che da principio le buone idee erano vicine poi mano a mano diventavano sempre più rarefatte… ma è uno di quei classici libri che inducono nel lettore pensieri sulla propria vita, quindi dopo le prime 100 pagine il resto sono solo autoriflessioni … Se il target è femminile quasi sempre basta quello a farne un libro da milioni di copie.
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